A dare l’annuncio è l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che da tempo si sta battendo per una revisione della direttiva nitrati, che lui stesso definisce “antiquata e non rispondente all’evidenza scientifica”.
La seduta si è rivelata piuttosto effervescente. “Si è rivelata una seduta concitata – dichiara Fava – perché le Regioni del Nord hanno ribadito l’assoluta necessità di inserire nel decreto ministeriale in fase di elaborazione sia le modalità di definizione che un termine perentorio per le zone vulnerabili ai nitrati. Senza un impegno in questa direzione, non avremmo mai accettato di dare l’assenso”.
Scongiurato il rinvio ad ulteriore data, Regione Lombardia è riuscita ad ottenere una mediazione a vantaggio del mondo agricolo.
“Dalla mediazione raggiunta – sintetizza Fava – siamo ora in attesa di avere il testo per definire i criteri e le modalità per la revisione organica delle zone vulnerabili ai nitrati, in assenza della quale io non mi prendo la responsabilità di condannare una parte importante di allevatori all’incapacità e all’impossibilità di accedere ai fondi Pac, solamente perché sono ancora tenuti in vita parametri antiquati di una legge ultraventennale, che impongono l’individuazione di zone vulnerabili ai nitrati a prescindere dalla reale condizione dei terreni”.
Si è così raggiunto l’accordo per una riformulazione dei parametri, alla luce delle ricerche scientifiche di Ispra e Regione Lombardia, come detto.
“Solamente a queste condizioni sono pronto a dare l’assenso – ribadisce Fava - in difetto di queste modifiche, se qualcuno vuole condannare a morte la zootecnia lombarda e padana, lo faccia senza la mia complicità, assumendosene però la piena responsabilità di fronte all’intero comparto”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata