Prima è toccato alla frutta, che si è vista negare gli aiuti anticrisi per il comportamento “disinvolto” di alcuni Paesi, che lamentavano cifre impossibili per i danni subiti dall'embargo russo conseguente alle vicende dell'Ucraina. Vicenda analoga si ripresenta ora per i formaggi. In questo caso, come anticipato da Agronotizie, la Ue aveva deciso di aprire gli stoccaggi privati dei formaggi mettendo a disposizione sostegni per accogliere nei magazzini sino a 155mila tonnellate di prodotto. Un “boccone” ghiotto, devono aver pensato alcuni Paesi che pur non esportando in Russia quantità significative di formaggio, hanno ritenuto opportuno chiedere accesso all'ammasso per quantità improponibili. Dopo l'avvio del provvedimento, il 5 settembre, è stato un susseguirsi di richieste talmente elevato da costringere la Commissione a “chiudere i rubinetti”. Così il 23 settembre e con effetto immediato, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione la norma che abroga gli aiuti all'ammasso privato per i formaggi. Restano invece aperti gli interventi già previsti per l'ammasso di latte in polvere e burro, i cui quantitativi sono rimasti in linea con le attese.

I numeri
Le esportazioni di formaggi verso la Russia, ricorda la Commissione, ammontavano nel 2013 a più di 250mila tonnellate, circa un terzo del totale delle esportazioni comunitarie. Fra i principali paesi esportatori verso la Russia figurano la Finlandia e i paesi baltici (che indirizzano al mercato russo il 90% delle loro esportazioni), seguiti dai Paesi Bassi (42% dell'export, 8% della produzione nazionale), dalla Polonia (43% dell'export, 4% della produzione nazionale) e dalla Germania (38% dell'export, 2% della produzione nazionale).
In Italia, secondo alcune stime diffuse da Coldiretti, il valore delle nostre esportazioni lattiero casearie verso la Russia ha raggiunto i 45 milioni di euro. Una parte significativa di questo valore è rappresentata dalle esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano che da soli arrivano a 15 milioni di euro, mentre Pecorino e Fiore Sardo si fermano a 1,5 milioni.

Un colpo al mercato
Lo stop agli ammassi privati non tarderà a ripercuotersi sui mercati. Per il Parmigiano Reggiano, già alle prese con un calo del 9,2 % rispetto allo scorso anno, le conseguenze potrebbero essere pesanti, stessa cosa per il Grana Padano, anch'esso alle prese con un calo del prezzo, seppure più contenuto (-2,5%). I Consorzi potranno favorire un contenimento della produzione, come previsto dal "Pacchetto latte", ma occorrono tempi relativamente lunghi per avere un risultato. Ripercussioni si potrebbero avere poi sul prezzo del latte, rendendo ancor più difficile il già complicato scenario nel quale si muovono (con fatica) gli operatori per raggiungere un accordo fra allevatori e industrie del settore.