"Per la zootecnia da carne serve una politica di rilancio condivisa e attenta a privilegiare l'etichettatura d'origine, la filiera sul territorio e campagne di comunicazione che raccontino la qualità delle produzioni interne".
Lo dice l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che sul sostegno alla zootecnia ha compattato il fronte del Nord nella trattativa sugli aiuti accoppiati della Pac, strappando un risultato utile alla filiera.

"Con gli attuali scenari di mercato, estremamente penalizzanti per gli allevatori - analizza Fava - si impongono politiche di intervento articolate e da attuare in tempi rapidi, anche per contrastare il calo dei consumi interni. In merito, trovo assolutamente condivisibile la proposta che la Fnb, la Federazione francese degli allevatori di bovini da carne, ha avanzato al ministro Le Foll".

I punti del piano di sostegno per la zootecnia da carne francese, in particolare, prevedono il contrasto alla politica dei prezzi bassi nella distribuzione; la promozione della carne bovina francese; la sensibilizzazione degli operatori del mondo Horeca sulla provenienza delle carni bovine; contratti standard; snellimento delle procedure sanitarie e ambientali.

"In più di un'occasione ho sollecitato la filiera e le istituzioni, su tutte il ministero delle Politiche agricole, a dotarsi di strategie di sostegno - prosegue l'assessore lombardo - anche per il fatto che la presenza di allevamenti bovini garantiscono un presidio efficace del territorio".

"Oltre a semplificare le procedure sanitarie e ambientali - aggiunge Fava - bisognerebbe snellire le pratiche relative ai controlli veterinari, senza per questo depotenziarli. Tuttavia, un ridimensionamento della burocrazia risulterebbe utile per inserirsi in quei mercati che sono in crescita o hanno potenzialità di crescita rilevanti, come il Nord Africa e la Turchia, vero hub per penetrare in tutta l'area mediorientale".

L'assessore lombardo insiste anche su un punto specifico, legato al made in Italy: "In Francia si discutono giustamente proposte per valorizzare la carne francese, nel silenzio dell'Unione europea, quando invece si approvano politiche in favore del made in Italy scatta la scure degli aiuti di Stato o si subiscono reprimende sulla libera circolazione delle merci e la concorrenza".