La Germania del rigore non vuole pagare le multe dell'Europa per lo sforamento delle quote latte. Si tratta di 600 milioni di sanzioni da pagare insieme ad Austria e Paesi Bassi per la troppa produzione relativa all'annata 2014-2015 e prima della fine delle quote prevista per il 31 marzo 2015. All'ultimo Consiglio Ue Agricoltura, Berlino si è vista respingere la proposta di deroga da un blocco di undici Paesi. L'Italia, anche alla luce delle salate multe pagate in passato, è contraria a questa deroga ma ha preferito non votare visto che detiene la presidenza di turno del Consiglio Ue. Insomma, piaccia oppure no, la Germania e gli altri Paesi del Nord Europa dovranno pagare le multe, è una questione di rigore, questa volta non di bilancio ma di quote latte, ma sempre di regole si tratta.

Il trucchetto tedesco per aggirare le regole. La Germania aveva proposto di modificate i coefficienti sulla materia grassa del latte per il calcolo delle quote per fare in modo che le multe scendessero da 600 a 110 milioni di euro. Un trucchetto rigettato dai partner europei come aveva d'altronde già detto a Lussemburgo lo scorso 17 giugno dal sottosegretario italiano Giuseppe Castiglione: "Se fossimo arrivate a quelle conclusioni avremmo dato un segnale negativo a quei produttori che hanno rispettato le quote loro assegnate come gli italiani".

Sancito il “rigore lattiero”. A Bruxelles la proposta tedesca non è infatti riuscita a raggiungere la maggioranza qualificata al momento del voto. Solo Svezia e Finlandia – tradizionalmente alleate di Berlino per quanto riguarda il rigore europeo – si sono dette disposte a parlarne. Difficile per la Germania, invece, convincere paesi come Spagna, Grecia e Irlanda a "chiudere un occhio" sulle regole non rispettate. Dopo sei mesi di negoziazioni, la Germania e gli altri Paesi del Nord dovranno pagare le multe.

L'Austria su tutte le furie. Il premier austriaco, Andrä Rupprechter, dopo la bocciatura della proposta di deroga, è stato protagonista di un intervento molto duro arrivando perfino a minacciare di non partecipare alla riunione informale tra i ministri dell'agricoltura del prossimo settembre a Milano e di portare sulla tavola del Consiglio la questione del “debito lattiero” italiano.

I precedenti italiani. Proprio l'Italia sa molto bene cosa vuol dire pagare le multe delle quote latte. Le multe che i produttori italiani dovevano pagare per non aver rispettato la normativa sulle quote latte ammontano a un totale di 2,265 miliardi di euro, di cui solo una parte è stata recuperata dallo Stato italiano. Ecco che solo due settimane fa, la Commissione europea ha mandato un parere motivato all'Italia intimandole di recuperare dagli allevatori che hanno superato le quote ben 1,395 miliardi di multe. Se non lo farà entro 2 mesi, la Commissione ricorrerà alla Corte di giustizia che potrà comminare ulteriori sanzioni.

Addio alle quote latte dal 2015. La fine del sistema europeo delle quote latte è fissato per il 31 marzo 2015. A questo proposito, sono buone le prospettive economiche per il settore della Commissione europea che prevede una produzione lattiera sostanzialmente stabile, con alcuni picchi, appunto, in Germania, Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Polonia.  Il prelievo supplementare nel settore del latte, istituito nel 1984, aveva come obiettivo la riduzione dello squilibrio tra la domanda e l'offerta di latte e prodotti lattiero-caseari e le conseguenti eccedenze strutturali. Tale prelievo è stato versato dagli Stati membri al Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) quando tali eccedenze superano il quantitativo di riferimento nazionale (quota nazionale).