"La trasparenza, quindi, è una scelta che non ha alternative - sottolinea la Confederazione in una nota -. Del resto, anche per quanto riguarda i problemi operativi e gli adeguamenti della catena alimentare non pensiamo che, ad esempio, etichettare un prosciutto crudo o cotto comporti grandi maggiorazioni di costo. Oltretutto, basta considerare che proprio tre prosciutti su quattro sono stranieri e il consumatore non ne è a conoscenza, in quanto l’origine non è assolutamente evidenziata in etichetta, salvo per le Dop. Ecco perché, come indicato anche dal Parlamento europeo, bisogna arrivare - conclude la Cia- all’etichettatura d’origine di tutte le carni, sia fresche che trasformate".
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Fonte: Cia