Resta difficile la situazione della suinicoltura italiana. A novembre le quotazioni del suino pesante sono di nuovo scese. Sulla piazza di Modena, ad esempio, i prezzi hanno raggiunto 1,444 €/Kg, ovvero il 4,3% in meno rispetto a ottobre. Diversa e particolare la situazione della Cun (Commissione unica nazionale suini) che in novembre ha quotato il suino pesante a 1,520 €/Kg, l’1,1% in più di ottobre. Una differenza con altre realtà che però ha, almeno in parte, cause peculiari: anche a novembre sono infatti proseguite le tensioni che in seno alla Commissione unica nazionale da qualche tempo caratterizzano i rapporti allevatori-macellatori; tanto che nel corso dell’intero mese non si è mai giunti a un prezzo condiviso e che i prezzi sono stati fissati solo dalle rappresentanze degli allevatori. Che la situazione sia comunque seria lo testimoniano i dati tendenziali, tutti fortemente negativi: -5,7% Cun suini e -12,5% mercato di Modena.
In discesa a novembre anche i prezzi del suino leggero che a Modena ha quotato il 3,9% in meno rispetto a ottobre e il 10,5% in meno rispetto a novembre 2012. E infine risulta negativo l’andamento dei suinetti da allevamento che a Mantova sono calati del 6% (- 6,3% a livello tendenziale). Comunque la redditività dell’allevamento non peggiora, grazie alla stabilità del mercato delle materie prime (mais e soia).

Stabili i macelli
A novembre resta stabile la redditività della fase di macellazione che per il secondo mese risulta più elevata di quella registrata nello stesso periodo del 2012 (+7,9% novembre su novembre). Una stabilità segnata da un mercato pesante che ha portato cali delle quotazioni delle cosce fresche destinate a prosciutti Dop (-4,5% la coscia leggera e -3,5% quella di maggior peso). Un andamento negativo confermato dal confronto, anch’esso sfavorevole, con l’anno scorso che vede dati tendenziali tutti in calo: -11,6% e -10,3% rispettivamente per la coscia leggera e per quella più pesante. Alla Cun tagli, mercato sostanzialmente stabile a novembre, per i lombi i cui prezzi sono rimasti mediamente pari ai 4,400 €/Kg di ottobre; l’evoluzione dei dati settimanali, tuttavia, sembra segnalare una lieve tendenza al rialzo.

Male i Dop, bene gli “anonimi”
Continua a preoccupare – afferma Gabriele Canali, direttore del Crefis – l’ulteriore calo dei prezzi del Prosciutto di Parma stagionato”. A novembre, infatti, alla borsa di Parma è stato quotato a 7,106 €/Kg il tipo leggero (-1,0% rispetto a ottobre) e a 7,425 €/Kg quello pesante (-0,3% rispetto a ottobre), con variazioni tendenziali negative per entrambi i tipi: -8,6% e -5,4% rispettivamente.
Ciò è reso ancora più evidente dall’ulteriore contrazione, a novembre, dell’indice Crefis di redditività per i prosciutti di Parma leggeri (-0,6%), anche se è rimasto stabile per quelli pesanti. Di contro è in costante crescita, ormai da molti mesi, la redditività dei prosciutti non tipici, aumentata nel corso dell’ultimo mese del 6,1% nel tipo leggero e del 4,7% nel tipo pesante. Di conseguenza si è ulteriormente aggravato il differenziale di redditività tra prosciutti Dop e non tutelati arrivato al 39% a favore del prodotto non tipico, nel caso del leggero, e al 19% nel caso di quello pesante.