L'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha consegnato a Cremona nel corso degli Stati generali del latte una lettera al ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, per "avere quelle risposte che gli agricoltori attendono dal ministero e che sono necessarie per uscire dalla crisi e verificare se davvero l'agricoltura è un settore strategico".

La lettera è articolata in sette punti, "al quale si aggiunge ance la richiesta di chiarimenti sull'Imu, perché
non è giusto che gli agricoltori debbano pagare su beni strumentali e non è possibile che il ministro non sappia se l'Imu verrà applicata dal 2014".

La lettera è stata sintetizzata dall'assessore Fava dal palco di Cremona. "Avrei preferito avere risposte già oggi - ha detto Fava -, non posso nascondere il fatto che sono deluso, anche perché gli agricoltori qui presenti si attendevano chiarimenti".

Innanzitutto, chiede Fava, "vorrei capire se l'agricoltura è considerato ancora un settore strategico, visto che la Legge di stabilità minaccia di paralizzare le risorse a sostegno delle imprese agricole". "Se infatti la compartecipazione ai Programmi di sviluppo rurale sale al 30% ed è collocata nel novero delle spese correnti, significa che finisce nel Patto di stabilità. Così la Lombardia e le altre regioni non potranno stanziare un solo euro per gli agricoltori".

Altro aspetto è legato al Fondo di solidarietà nazionale, "per il quale alla Lombardia è stato chiesto di versare 137 milioni di euro, senza definire però come verranno utilizzati. Ad oggi, anzi, non ci sono
risorse, si quale solidarietà parliamo?"
, si è interrogato l'assessore.

Sul fronte latte, Fava sollecita il ministero a convocare un tavolo per discutere del prezzo del
2014
, "per non rischiare che i produttori si ritrovino alla fine di gennaio senza il prezzo, come è capitato a luglio. Invece ad oggi è stata convocata una riunione per discutere degli scenari post quote latte, sono vicende del tutto secondarie rispetto alla necessità per le aziende di pianificare il proprio futuro in chiave di crescita economica".

Un altro elemento di sollecito riguarda la crisi della suinicoltura. "La competenza della Commissione unica nazionale è del ministero delle Politiche agricole - ha sottolineato Fava - non è possibile permette che la fase di stallo in cui è finita la Cun possa proseguire senza prevedere regole certe. Altrimenti è una giungla".

Altra questione irrisolta è l'applicazione della Direttiva nitrati. "Non si possono addossare le colpe
dell'eutrofizzazione delle acque solo agli agricoltori
- spiega l'assessore lombardo - ma se non arrivano risposte chiare corriamo il rischio di compromettere la zootecnia del Nord. Ho già scritto due lettere per sapere che fine ha fatto il piano Ispra, un'altra l'ha scritta il collega dell'Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, a dimostrazione del fatto che il tema è urgente e va al di là di qualsiasi connotazione politica. Non possiamo continuare a scrivere senza avere risposte".
Porta chiusa dalla Lombardia a finanziare il Piano irriguo nazionale. "Serve una programmazione territoriale e non ritengo debbano essere utilizzati i fondi degli agricoltori per coprire le mancanze del sistema".

Urgente anche il sostegno delle Associazioni provinciali degli allevatori e del sistema allevatoriale. "Potrà essere migliorato, ammodernato, ma non possiamo eliminarlo e rinunciare al percorso di innovazione che è stato fatto in questi anni - dice Fava-. Abbiamo al contrario assistito ad un depauperamento delle risorse previste a livello nazionale. La Lombardia è intervenuta pesantemente con risorse proprie. Ma non possiamo permettere che alla nostra Regione, a fronte di un carico pari al 50% dei controlli effettuati a livello italiano, venga assegnato il 26% del plafond disponibile".

"Da Cremona - ha concluso Fava - parte il grido di dolore degli agricoltori e allevatori del Nord, che chiedono risposte".