"Si prevede una diminuzione del raccolto di mais del 20 per cento, mentre i prezzi delle materie prime per l'alimentazione degli animali sono destinati a subire nuovi incrementi". Sono forti le preoccupazioni di Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, che in una lettera al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali rinnova la richiesta di misure urgenti per scongiurare nuove tensioni nel settore zootecnico: le materie prime sono già arrivate anche al doppio rispetto a due anni fa.

 

"Previsioni realistiche sul raccolto di mais in Italia fanno ritenere - spiega il comunicato dell'Associazione -, infatti, che la produzione di quest’anno, nella migliore delle ipotesi, non sarà superiore a 7,0 – 7,3 milioni di tonnellate: una produzione più “leggera” del 20 per cento rispetto all'anno precedente. Colpa anche della siccità, che ha messo a dura prova le coltivazioni nazionali e che avrà ripercussioni sui prezzi già elevati del mais. I prezzi di mais, grano tenero e orzo, le fonti principali dell'alimentazione animale, sono praticamente raddoppiati negli ultimi due anni. La farina di soia, nei soli ultimi sette mesi, ha fatto segnare rincari dei prezzi di quasi il 70%".

 

La situazione, ricorda Assalzoo, merita attenzione in quanto l’elevata quotazione delle materie prime si riflette sul costo di alimentazione degli animali, mettendo in difficoltà gli allevatori che, con l’attuale livello dei prezzi dei prodotti che derivano dall’attività di allevamento - carni, latte uova e pesce - non riescono a coprire i costi di produzione.

 

Sul fronte dell'approvvigionamento Assalzoo chiede di "garantire all’industria mangimistica l’accesso a ogni fonte di approvvigionamento possibile per consentire di soddisfare la richiesta di mangimi che proviene dalla nostra zootecnia". Si prevede, infatti, che per circa il 50% del fabbisogno di mais l'Italia dovrà fare ricorso all’importazione per soddisfare la domanda interna. Sospendere i dazi sulle importazioni di cereali foraggeri potrebbe ridurre la pressione su tutta la filiera zootecnica evitando rincari anche per i consumatori italiani.