Il comparto suinicolo ha chiuso il 2011 con un aumento del valore della produzione, cresciuta del 14% rispetto all'anno precedente. Ma non è aumentato il margine degli allevamenti che anzi si è andato contraendo a causa dell'aumento dei costi di produzione e in particolare quelli dell'alimentazione, saliti del 24%. Sono questi alcuni degli elementi emersi in occasione dell'annuale assemblea di Anas, l'associazione degli allevatori di suini che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma. Il presidente di Anas, Andrea Cristini, ha così evidenziato che il settore rimane sotto pressione, cosa che si traduce in una contrazione del numero di scrofe in allevamento, contrazione destinata ad accentuarsi in assenza di adeguati interventi di sostegno al settore. La prossima applicazione, dal gennaio del 2013, delle norme sul benessere delle scrofe gestanti potrebbe dare un'accelerazione a questo processo di contrazione degli allevamenti.

 

La risposta nei Dop

A soffrire maggiormente di questa situazione potrebbero essere le produzioni tutelate, prosciutti e salumi, per le quali la materia prima non può che essere quella italiana. A proposito dei prodotti Dop, Andrea Cristini ha ricordato come le produzioni di qualità tutelate, a dispetto del loro maggior prezzo, sono riuscite a mantenere buoni livelli di consumo. Un'ulteriore dimostrazione dello stretto legame fra la nostra suinicoltura e le produzioni di eccellenza della nostra salumeria. In questo contesto Cristini ha messo in evidenza il ruolo di Anas, la cui attività di selezione delle razze del Libro genealogico consente di mettere a disposizione degli allevamenti soggetti che assicurano buoni livelli produttivi e produzioni di qualità. Oltre alla filiera del suino pesante, Anas può inoltre svolgere un ruolo importante per incoraggiare la produzione di carne magra per il consumo fresco e di cosce idonee a lavorazioni cotte e alla produzione di speck, che oggi sono per lo più costrette a rivolgersi ai mercati esteri per l'approvvigionamento della materia prima.