Questo nuovo anno si è aperto con qualche difficoltà per alcuni Istituti Zooprofilattici. Strutture fondamentali nella tutela della salute degli animali e per la prevenzione delle malattie, questi istituti rappresentano uno snodo strategico nell'organizzazione sanitaria italiana, in quanto centri di riferimento per le patologie animali e di riflesso per la salute dell'uomo. Un ruolo che implica importanti responsabilità e che impone attenta organizzazione e capacità manageriali per chi ne è alla direzione. Ed è di questi giorni il disegno di legge della Regione Campania, firmato dal presidente Stefano Caldoro, con il quale si tratteggia una riforma dell'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, che ha sede a Portici, nei pressi di Napoli. Molti i punti toccati dalla riforma che prevede fra l'altro l'istituzione di un consiglio di amministrazione per coordinare le attività dell'istituto e un collegio di revisori dei conti al quale affidare la valutazione della “salute” finanziaria dell'istituto stesso.

 

Da Portici a Teramo...

Vedremo quali saranno gli effetti di questa proposta una volta tradotta nella pratica. Con la speranza che non sia motivo di dissensi come sta invece accadendo, seppure per altri motivi, per lo Zooprofilattico di Teramo, intitolato a Giuseppe Caporale, che tanto si adoperò per la realizzazione di questa struttura negli anni successivi al secondo conflitto mondiale. Alla guida dell'istituto, a distanza di alcuni anni dalla improvvisa morte di Giuseppe, avvenuta nel 1976, è subentrato Vincenzo Caporale, che alla fine dello scorso anno ha abbandonato la direzione per sopraggiunti limiti di età. Al suo posto c'è ora la consorte, Rossella Lelli. Che però sembra non essere in sintonia con l'operato di Lucio Verticelli, che dello stesso Istituto è Commissario straordinario. La vicenda è rimbalzata sulle pagine dei media locali che hanno registrato l'inasprirsi dei toni della discussione.  Allo Zooprofilattico G. Caporale, è bene ricordarlo, oltre alle normali attenzioni ai temi di carattere sanitario, è affidata anche le gestione dell'anagrafe del bestiame. Un compito delicato e difficile che già in passato, in seguito alla tormentata vicenda delle quote latte e del controllo sulla consistenza degli allevamenti bovini, ha sollevato più di una polemica.

 

...e a Perugia

Siamo convinti, come ci auguriamo, che il clima di collaborazione, semmai sia venuto meno in questi ultimi giorni, torni presto a governare le attività dell'Istituto di Teramo. Uguale augurio va allo Zooprofilattico di Perugia, cui è affidata la gestione della salute animale di Umbria e Marche. Qui il motivo del “contendere” è legato alla recente nomina di alcuni dirigenti, decisione contestata sin dalle prime fasi con lettere anonime e poi con una interrogazione al presidente della giunta della Regione Marche. Motivo del contendere l'ipotesi che la riorganizzazione dell'istituto sia stata “forzata” nell'intento di favorire alcune persone a scapito di altre. Pronta la risposta del direttore dell'Istituto, Silvano Severini, che ha affidato ad un lungo comunicato il compito di chiarire la situazione. Il nuovo modello organizzativo, vi si legge, nasce dalla necessità di rispondere alle nuove esigenze di sanità pubblica ed è il risultato di due anni di lavoro che hanno coinvolto tutti gli attori interessati al processo di riorganizzazione. “Nessuna improvvisazione, dunque - scrive Severini - nel conferimento degli incarichi.” “Le procedure della selezione per il conferimento degli incarichi di struttura complessa  - continua il comunicato - oggetto di polemica ingiustificata, sono state attuate nel pieno rispetto della normativa vigente e garantendo la massima trasparenza.

Difficile esprimere giudizi. Resta la preoccupazione che queste situazioni finiscano con il pregiudicare l'attività degli Zooprofilattici, istituti che sono un innegabile vanto del nostro sistema sanitario e in particolare del servizi veterinari italiani, un campo nel quale possiamo andare a testa alta nel mondo. E vorremmo si continuasse così.