Prima il Senato poi la Camera. Ormai il Parlamento italiano si è pronunciato in modo chiaro su come affrontare la crisi del settore, con le due risoluzioni approvate.

A questo punto tutti i problemi sono stati ampiamente rappresentati e dibattuti, anche attraverso il coinvolgimento dell’Antitrust e della Commissione Petizioni Ue. Certamente gli allevatori cunicoli italiani non possono più stare alla finestra, guardando passivamente quello che accade. I costi salgono alle stelle: per produrre un chilo di carne si spendono circa 2 euro, mentre i prezzi alla produzione continuano nelle nostre borse merci ad essere spinti al ribasso da manovre manifestamente speculative. Prova ne è il fatto del forte dislivello - nell’ ambito di un mercato comunitario - tra i prezzi pagati agli imprenditori italiani (1,70/kg), che da diversi mesi sono inferiori di 0,40 centesimi rispetto a quelli pagati agli allevatori cunicoli spagnoli (2,10/Kg), e ciò nonostante in Spagna si consumino conigli più leggeri dunque meno costosi in termini alimentari. 

“Il ministro Romano ha il dovere di intervenire subito – ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’Anlac, Associazione nazionale liberi allevatori di coniglirendendo operativo il piano di settore e dando ascolto alle risoluzioni parlamentari per aiutare le imprese ad affrontare la crisi e a non subirla, confortato inoltre dal parere che l’Antitrust italiana gli ha inviato, dove si auspica un riesame in senso proconcorrenziale dell’attuale processo di formazione dei prezzi alla produzione, al fine di adeguare il sistema alla normativa posta a tutela della concorrenza”.