La Cun-Commissione unica nazionale, il peso morto, le Dop e l’etichettatura. Quale futuro si deve attendere la suinicoltura italiana? Fieragricola lo ha chiesto al neopresidente di Anas, l’Associazione nazionale allevatori di suini, Andrea Cristini.

Cristini, 39 anni, produttore di Isorella (Brescia), alleva suini insieme al fratello Tiziano: un’azienda con circa 750 scrofe per la produzione sia di lattoni che di grassi per il circuito delle produzioni Dop.

La suinicoltura si appresta a vivere un profondo cambiamento. Con l’inizio del 2011 entrerà in vigore la valutazione delle carcasse a peso morto. Cosa cambierà?

"Qualcuno dipinge questo futuro cambiamento come uno spettro. Io, più che un’incognita di cui essere atterriti, la vedo di più come un’opportunità. In via preliminare, credo sia fondamentale specificare che la valutazione delle carcasse a peso morto non equivale ad un sistema di pagamento dei suini a peso morto. Secondariamente, la nuova valutazione delle carcasse ritengo che consentirà a migliorare la produzione su un piano qualitativo. E sarà inoltre un modo certo per conoscere i flussi dei capi e la loro provenienza, unitamente all’etichettatura".

Nessun timore, dunque, a patto che l’approccio sia conoscitivo e non vessatorio. Anzi, forse addirittura "una risorsa per distinguere le cosce destinate alla produzione dei prosciutti Dop e i suini esteri". Forse, secondo il neopresidente di Anas, "il problema maggiore sarà dei macellatori".

Il 2011 sarà un banco di prova anche per l’andamento della Cun, la Commissione unica nazionale. "E’ importante che operi un riferimento nazionale per il mercato – osserva Cristini - Ma il prossimo anno allevatori e macellatori dovranno inserire il listino della Cun come parametro di riferimento nei contratti di fornitura dei capi. Solo così si darà legittimazione al sistema della Commissione unica nazionale".

Il presidente di Anas chiama in causa il ministero delle Politiche agricole: "Ha senz’altro svolto un ruolo determinante nella nascita della Cun e dovrà fare in modo di accrescere l’autorevolezza del sistema in fase di negoziazione reale delle parti".

Per contro, il sistema allevatoriale dovrà sempre più puntare sull’aggregazione dell’offerta. "Per aumentare il proprio peso contrattuale, gli allevatori devono puntare sulle organizzazioni di prodotto, in grado di assicurare un’unica strategia commerciale", sostiene Cristini.

Altra questione rilevante riguarda il sistema delle Dop nella filiera suinicola. "Fra i vari compiti dell’Anas ci sarà proprio quello di aprire un dibattito concreto con i macellatori e i Consorzi di tutela dei prosciutti di Parma e San Daniele – raccomanda il presidente dell’Anas - Dobbiamo fare sistema e capire qual è il futuro delle produzioni a denominazione d’origine protetta, se sono ancora considerate da entrambe le parti come il volano della filiera".

Sul piatto c’è anche il futuro del Gran suino padano, il consorzio che ambiva al riconoscimento della Dop sulla carne fresca e che invece ha subito uno stop da Bruxelles. Un progetto che potrebbe in qualche modo essere rivitalizzato. "In Italia vi sono gruppi della grande distribuzione che chiedono carne suina italiana – assicura Cristini - Se dovesse andare in porto l’etichettatura e dall’Unione europea non arrivassero ostacoli, come ho detto si spalancherebbe la strada per un progetto quanto mai concreto di un suino medio-leggero per la carne fresca Made in Italy".