Centinaia di aziende danneggiate, migliaia i capi perduti e molti danni ancora in fase di definizione. E’ il triste bilancio dell’alluvione che ha colpito il Veneto e in particolare il settore avicunicolo, che proprio in questa regione trova un centro di eccellenza.
Nel partecipare ad un incontro svolto in settimana ad Ospedaletto Euganeo, il vice presidente di Avitalia Stefano Bison, che è anche il presidente di Coniglio Veneto, l’associazione che raggruppa e rappresenta gli allevatori di coniglio della regione, ha fatto il punto della situazione anche in base a quanto riportato dall’assessore all’Agricoltura della Regione Franco Manzato, dal presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e aziende locali.
“Le nostre aziende si trovano a dover affrontare un grosso problema che non riguarda esclusivamente il numero di capi morti, che pure sono tantissimi - dice Bison - i nostri allevatori devono anche far fronte ai danni strutturali dei capannoni, agli impianti elettrici, alle scorte, alle lettiere già pronte per gli accasamenti avicoli”.
E rimettere in sesto la struttura significa prima di tutto eliminare le carcasse e sostenere le prime spese che spesso non vengono coperte dalle assicurazioni, che non prevedono le alluvioni tra gli eventi atmosferici.
“Il settore avicunicolo è caratterizzato, oltre che da alcune grandi aziende che hanno propri allevamenti, da un gran numero di piccoli allevatori che forniscono gli animali attraverso contratti di soccida - continua Bison - e sono loro che si ritroveranno ad affrontare la situazione peggiore, vedendo azzerato per parecchio tempo spesso la principale fonte di reddito di tutta la famiglia”.
Oltre ai 300 milioni di Euro già definiti dal Governo, nel corso della riunione di Ospedaletto sono stati ipotizzati altri aiuti come l’indennizzo per i capi morti (Legge 25/1985) gestito dalla Direzione della prevenzione per un totale di circa 900mila euro. Inoltre, attraverso la misura 126 del PSR, potrebbe essere attivata una dotazione pari a 10.6 milioni di euro per pagare l’80% del danno subito dalle sole strutture aziendali.
Ma la situazione è ancora in evoluzione e forse solo nei prossimi giorni sarà possibile fare una stima precisa delle possibilità di copertura dei danni diretti e indiretti aggiungendo, a questi, i periodi di fermo produttivo.
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Fonte: Avitalia - Unione nazionale associazioni di produttori avicunicoli