I produttori di latte lo avevano detto. In mancanza di un accordo sul prezzo con Assolatte, gli allevatori sarebbero passati al “fai da te” siglando intese con le singole industrie. Detto e fatto. Scaduto a fine giugno l’accordo che fissava a 33,156 centesimi il litro il prezzo del latte in Lombardia (accordo che fa da punto di riferimento per tutta Italia), la trattativa sul prezzo si è arenata sulle posizioni degli allevatori indisponibili a scendere sotto i 36,5 centesimi al litro e la rigidità di Assolatte, ferma ad un massimo di 34,50 centesimi. Posizioni troppo distanti per trovare un punto di incontro e così gli allevatori hanno “stracciato” gli accordi ormai scaduti e hanno preso a siglarne di nuovi, chi singolarmente chi delegando questo compito alle proprie rappresentanze sindacali.

 

I nuovi contratti

A fine luglio arrivano i primi risultati. Padania Alimenti, società cremonese ai primi posti nel settore del latte alimentare, sigla un accordo con Confagricoltura di Cremona (che qui si chiama “Libera associazione agricoltori”) per pagare il latte 37,50 centesimi il litro (si tratta di una media, fra il minimo di 36,60 centesimi corrisposti a luglio e il massimo di 37,70 da settembre a dicembre). Ma non ci si ferma qui e in questi giorni è ancora la “Libera” a siglare un altro accordo, questa volta con Italatte, società del gruppo Lactalis, nota con molti e importanti marchi come Galbani, Invernizzi e Cademartori.

Gli accordi sul prezzo del latte
Accordo Periodo Prezzo
Piemonte aprile-maggio 33,00
giugno 35,00
luglio agosto 36,00
settembre-dicembre 37,00
Toscana aprile-giugno 34,50
luglio-agosto 35,50
settembre-marzo (2011) 36,00
Lazio luglio-dicembre 38,00
Lombardia (Italatte) luglio 36,50
agosto 36,80
settembre-ottobre 37,30
novembre 37,00
dicembre 36,50
Lombardia (Padania Alimenti) luglio 36,60
agosto 37,00
settembre-dicembre 37,70
Questa volta il prezzo pattuito fissa a 36,50 centesimi il litro di latte consegnato a luglio per salire a 37,3 per quello in consegna a settembre e ottobre. Poi si tornerà a scendere sino a 36,5 centesimi in dicembre. L’accordo riguarda poco più di 600mila quintali di latte prodotti da una cinquantina di allevatori che hanno dato la loro delega per questa trattativa alla “Libera”. Ma l’accordo non è piaciuto a Coldiretti Lombardia che per voce del suo presidente Nino Andena, critica questo accordo che rischia “di spingere al ribasso le intese ancora da raggiungere con le aziende casearie del Grana Padano”. Critiche respinte dal presidente della “Libera” Antonio Piva che intervistato dal quotidiano “La Provincia” ha invitato i colleghi di Coldiretti ad “evitare di sentirsi l’unica organizzazione agricola e tentare di confrontarsi umilmente con le altre strutture sindacali”. Certo, viene da aggiungere, che se le organizzazioni professionali la smettessero di polemizzare fra loro e unissero gli sforzi, i risultati sarebbero migliori per tutti.

 

Il prezzo nelle altre Regioni

Mentre in Lombardia si discute, gli allevatori del Lazio portano invece a casa un risultato inatteso, con la sigla su un accordo che fissa a 38 centesimi al litro il prezzo del latte. Accordo raggiunto con la mediazione della Regione Lazio e che coinvolge le organizzazioni degli allevatori e quelle degli industriali del latte. Un accordo che può definirsi interprofessionale, come quello della vicina Toscana, raggiunto anche in questo caso con la partecipazione della Regione Toscana, ma che congela il prezzo ad un massimo di 36 centesimi al litro e che scadrà alla fine della campagna lattiero casearia, il 31 marzo del prossimo anno.

Per il Piemonte la fissazione del prezzo del latte ha preso una strada per alcuni aspetti insolita. A firmare l’accordo c’è Franco Biraghi, presidente della sezione lattiero casearia di Confindustria Cuneo e i vertici di Cosplat, l’associazione regionale produttori latte. Un accordo che lega il prezzo alle quantità di latte consegnate e che parte da un minimo di 30,90 centesimi (per consegne non superiori a 1400 litri tra aprile e maggio) per arrivare a 36 centesimi (consegne oltre i 6000 litri, tra luglio e agosto) e poi ad un massimo di 37 centesimi per le consegne da settembre a fine anno.

 

Mercato in ripresa

Questo il quadro degli accordi sin qui raggiunto nelle regioni dove si è trovata un’intesa fra allevatori e industrie. Intanto il mercato del latte e dei formaggi continua a dare segni di ripresa, a iniziare dal Grana Padano (da sempre uno dei formaggi di riferimento per il settore) che il 16 settembre sulla piazza di Mantova quotava un massimo di 7,55 euro al chilo per le stagionature di 14-16 mesi. Un anno fa lo stesso formaggio faticava a superare quota sei euro al chilo. Buono anche l’andamento del latte “spot” quello venduto al di fuori dei contratti. I listini della Camera di Commercio di Lodi (piazza di riferimento per questo prodotto) hanno raggiunto il prezzo massimo di 43,30 centesimi al litro. Una quotazione di quasi dieci centesimi superiore a quella di un anno fa. Il “vento” sembra dunque soffiare decisamente a favore degli allevatori. Ce n’era bisogno.