Il fotovoltaico viene sempre più spesso scelto come soluzione per l’integrazione del reddito aziendale, anche perché a breve sarà obbligatorio lo smaltimento dell’amianto che si trova in gran parte delle coperture delle aziende agricole. Si tratta quindi di sfruttare questa doppia opportunità: da un lato si mette il tetto a norma, mentre dall’altro si entra nel business della produzione di energia.

Naturalmente, se si parla di stalle da latte, abbiamo a che fare con tetti molto ampi, che consentono l’installazione di impianti importanti. E le aziende si stanno muovendo rapidamente.

“Negli ultimi tre mesi – ci conferma Ernesto Folli, presidente del Consorzio agrario di Cremona, uno dei territori destinati a trasformarsi nel maggiore distretto agroenergetico nazionale – abbiamo avuto oltre sessanta richieste, e sono in continuo aumento. Chi ha tetti in cattive condizioni ne sta approfittando per smaltire l'amianto; la legge non è ancora entrata in vigore, ma in previsione che lo diventi a breve, la tendenza è proprio quella di sostituire le vecchie coperture con pannelli fotovoltaici".

Non dimentichiamo inoltre il benessere animale, altra fondamentale ricaduta positiva della sostituzione dei tetti. La pericolosità dell’eternit, soprattutto se vecchio e in condizioni precarie, è ormai dimostrata; smaltirlo in sostituzione di pannelli fotovoltaici a impatto ambientale praticamente pari a zero migliora certamente le condizioni degli animali.

“La tendenza attuale – ha sottolineato Andrea Franchi, responsabile del servizio meccanizzazione agricola del Consorzio Agrario di Cremona – è di installare impianti tra i 50 e i 100 Kw; chi vuole invece sfruttare l’opportunità di produrre maggiore energia per poterla immettere in rete ed avere una fonte di reddito aggiuntiva, installa impianti che arrivano anche a 300 o 400 Kw".

E l’investimento? “Andiamo da 3.000 a 3.400 euro al Kwcontinua Franchi. Quindi un impianto da 50 Kw comporta un investimento pari a circa 170mila euro. L’impianto di autofinanzia in 18 anni, senza contare l’alleggerimento della bolletta elettrica. Un impianto da 300 Kw potrebbe invece rendere tra i 25 e i 40mila euro l'anno; dopo circa 20 anni sarebbe tutta una resa netta, una buona soluzione per moltiplicare il proprio reddito".

La produzione di energia come integrazione del reddito delle aziende zootecniche sarà naturalmente uno dei temi principali della prossima Fiera internazionale del bovino da latte, in programma a Cremona dal 28 al 31 ottobre 2010, in cui le aziende potranno toccare con mano centinaia di soluzioni per entrare nel redditizio business delle agroenergie.