Si sono riunite presso la sede dell'Irish Farmers' Association a Dublino le organizzazioni dei produttori carne bovina dell’Italia (Ciz-Consorzio l’Italia zootecnica), Francia (Fnb-Fédération Nationale Bovine), Spagna (Asoprovac-Asociación Española de Productores de Vacuno de Carne) ed Irlanda (Ifa-Irish Farmers Association) per discutere sulla situazione della zootecnia bovina da carne in Europa e nei singoli Paesi coinvolti.

Dagli interventi dei rappresentanti ne è uscito un quadro allarmante determinato dai sempre più crescenti costi di produzione ed i partecipanti hanno sottoscritto un comunicato dal quale emerge che dopo quattro anni di redditi estremamente deboli o negativi, sono sempre più numerose le aziende che stanno cessando l’attività zootecnica e non riapriranno più. 

Le Organizzazioni presenti vogliono lanciare un allarme non soltanto ai pubblici poteri ma anche ai consumatori ed a tutta la società su un rischio molto serio di riduzione drastica della produzione e quindi delle disponibilità alimentari nell'Unione europea.

In un contesto mondiale di crescita della domanda, che viene in particolare da Paesi a forte sviluppo economico, non è una buona prospettiva dover dipendere da Paesi terzi per l’importazione di carne bovina. Di fronte a questa situazione, il settore zootecnico europeo si mobilita per essere forza di proposta per la futura Pac.

Le sfide da raccogliere sono numerose e la prossima Pac deve dunque essere importante: si tratta innanzitutto di continuare a garantire la sicurezza alimentare in termini quantitativi e qualitativi ma occorre anche mantenere il valore aggiunto e le occupazioni nei territori rurali e conciliare risultato economico ed efficacia ambientale. L'importanza suppone mezzi; è oggi indispensabile ripensare il bilancio agricolo comunitario che non ha fatto che deprezzarsi dagli ultimi 20 anni passando dallo 0,65% del Pil europeo nel 1991 allo 0,42% nel 2008.

Le Organizzazioni presenti hanno proposto una revisione degli strumenti di regolazione del mercato e di adattarli al contesto odierno e contenere in particolare la volatilità dei mercati dei prodotti agricoli. Ma insistono anche sulla legittimità di un aspetto specifico della nuova Pac per l'allevamento bovino, che comporti una politica di sostegno differenziato, in particolare in termini di aiuti diretti, e che tiene conto della variabilità dei sistemi di produzione dell'Unione. In un ambiente internazionale sempre più concorrenziale, la prossima Pac deve permettere il miglioramento della competitività dell'agricoltura ma anche far rispettare le regole comunitarie a chi importa, strumento essenziale alla sicurezza alimentare e sanitaria del mercato europeo.

I cittadini europei non possono accettare più che si continua a chiedere agli operatori dell'Unione di rispettare norme sempre più rigorose e costose pur autorizzando le importazioni in provenienza da Paesi Terzi dove le regole di protezione sociale ed ambientale, di rispetto

del benessere animale ed a volte anche di salute animale restano perfettamente secondarie. Le Organizzazioni presenti chiedono agli eletti nazionali ed europei di difendere e sostenere la produzione di carne bovina in Europa.