“Un mercato indecifrabile dove da una parte le rilevazioni confermano la tenuta dei consumi e dall’altra i prezzi dei suini italiani continuano a scendere".

Questo quanto affermato da Mauro Marengo, presidente dell’Aps Piemonte in apertura dell’assemblea annuale dell’organizzazione tenutasi a Fossano (Cn).

"I tagli destinati all’utilizzo fresco: lombi, carrè e lonze, sono i più svalutati e qui non si può negare  qualche rammarico rispetto al progetto Gran Suino Padano, lasciato naufragare a causa del parere negativo della Commissione europea, e non ancora ripreso con un progetto alternativo centrato su una Igp. La sostanza è che le carni fresche del suino pesante italiano devono essere identificate e differenziate da quelle di importazione, altrimenti il consumatore non le distingue e le nostre carni non sono valorizzate in modo adeguato. In questa direzione l’auspicio è che le diverse componenti della filiera cessino discussioni inutili per puntare decisi verso un progetto di valorizzazione delle carni del suino pesante”.

“L’attuale prezzo intorno a € 1,16/Kg. del suino pesante certificato DOP non copre i costi di produzione e l’allevamento continua a lavorare in perdita, ormai da oltre tre anni – aggiunge il vicepresidente Enrico Cirino – di questo passo le aziende saranno costrette a chiudere. E’ pertanto importante che il Governo e la politica sontengano con provvedimenti concreti il settore. Ad esempio procedendo alla approvazione di un piano di settore volto alla ristrutturazione e all’ammodernamento del settore stesso. Inoltre la Commissione unica nazionale và sostenuta, adottando eventuali correttivi al funzionamento ma assolutamente non abbandonata!”.

L’Aps Piemonte associa 260 suinicoltori della Regione Piemonte che producono circa 650 mila suini da macello all’anno, pari a circa il 42% della produzione suinicola piemontese.

Nel corso dell’assemblea sono stati presentati i risultati dell’attività 2009. In particolare va sottolineato l’incremento dell’attività che si sostanzia con un + 5,15% del fatturato in più rispetto al 2008.

Il prezzo medio liquidato ai soci per i suini da macello è risultato superiore di circa 32 millesimi di euro per Kg (lire 62/Kg.) rispetto al prezzo massimo (mercato di Milano) della categoria 156 – 176 Kg., cioè la categoria più pagata. 

All’Assemblea è intervenuto il direttore di Fedagri Piemonte, Domenico Sorasio,  che nel portare il saluto ha affermato: “Fedagri crede nella progettualità di Aps Piemonte ed è a disposizione per ogni supporto e aiuto che possa favorire lo sviluppo della trasformazione dei suini allevati in Piemonte sul territorio. Attualmente circa il 55% dei suini allevati in Piemonte viene trasportato fuori regione per la macellazione e la conseguente trasformazione. Da questa considerazione e convinzione è partita l’azione sindacale volta ad ottenere la conferma dell’impegno della Regione Piemonte circa il finanziamento dei programmi di sviluppo della trasformazione previste dalla L.R. 95/95 per il settore carni”.

L’Assemblea si è conclusa con l’intervento del presidente della Coldiretti di Cuneo Marcello Gatto che ha sottolineato: La scorsa settimana eravamo ai valichi del Brennero e del Frejus e abbiamo toccato con mano che in Italia entra ogni tipo di derrata alimentare. In alcuni casi il made in Italy è completamente prodotto fuori Italia ed entra nel nostro paese solo per l’apposizione della bandierina! La strada maestra per rendere riconoscibile la nostra produzione sul banco delle macellerie e salumerie resta quella dell’etichettatura obbligatoria dell’origine delle carni suine e dei salumi. La Coldiretti sostiene questa tesi da anni e forse siamo vicini ad un primo risultato. Sulle Dop bisogna superare la criticità delle eccedenze, occorre correlare meglio la produzione alla richiesta di mercato. Inoltre per non destrutturare la produzione occorre indirizzare parte del potenziale produttivo verso  la produzione di un suino di medio peso cercando di contrastare su questo piano la produzione dei nostri colleghi europei".