Ancora trattori in piazza, ancora per le quote latte. E' successo di nuovo, questa volta sotto il “Pirellone”, sede e simbolo della regione Lombardia, dove si produce quasi metà di tutto il latte italiano. Sembrava che il problema quote fosse definitivamente risolto dopo l'aumento concesso all'Italia, ma non è andata così. Vediamo perché. Due i motivi che hanno rimesso in moto i trattori della protesta: il primo è la sentenza del Tar del Lazio dello scorso mese di maggio (si veda anche Agronotizie) che ha rimesso in discussione le multe dal 1995 al 1997 e il secondo la prossima scadenza del 30 giugno. Per quella data vanno in pagamento le rate delle multe pregresse, quelle rateizzate con la legge 119/2003, e le più recenti stabilite dalla legge 33/2009. Gli allevatori chiedono che la scadenza sia prorogata, motivando questa richiesta anche con la crisi di mercato che sino a ieri ha tenuto sotto scacco gli allevamenti da latte.

 

La risposta del ministro

Il ministro Giancarlo Galan fa sapere che riferirà il 30 giugno alla commissione Agricoltura della Camera anticipando che ritiene “auspicabile, ove ve ne fossero le condizioni, dare ascolto agli operatori che stanno avanzando le richieste” ma aggiungendo subito dopo “che non sembrano esserci elementi che possano rimettere in discussione ciò che è stato deciso dal nostro Paese e quindi dai nostri Governi sull’applicazione del regime comunitario delle quote latte.” Insomma possibilista, ma non troppo.   Comprensibile la cautela del ministro, “strattonato” da una parte e dall'altra.

 

Le richieste

Per Fedagri-Confcooperativeogni decisione sulle quote latte richiede equità e non può non partire dalla tutela dei produttori rispettosi delle regole, il 98% dei produttori.” Di tono simile le dichiarazioni di Confagricoltura Lombardia affidate  al presidente regionale Francesco Bettoni che bolla le proteste come “l’atteggiamento opportunistico di chi non riconosce le regole della politica agricola comunitaria e nazionale”. A favore di un rinvio del pagamento delle rate si schiera invece l'assessore all'Agricoltura della regione Piemonte, Claudio Sacchetto, che si è rivolto direttamente al ministro Galan per chiedere di rimandare i versamenti. Si spinge oltre l'Anpa Veneto che è arrivata a chiedere la sospensione di rate e multe, facendosi forte della sentenza del Tar del Lazio. Le proteste continueranno, si dice in Copagri, certamente l'organizzazione professionale più vicina ai “Cobas”, sino a quando non ci sarà una risposta da parte del ministro. Una risposta assai importante, perché il mancato pagamento anche di una sola rata può comportare la perdita dei benefici concessi con la legge 33/2009. Un rischio da non sottovalutare.