Scadrà il 30 giugno l'accordo fra allevatori e Assolatte per il prezzo del latte. In previsione di questa scadenza si è già svolto un primo incontro fra le parti. E questa è di per sé una “notizia” e per giunta positiva. E' un segnale della volontà di evitare al settore un periodo di “vacanza” contrattuale che accentua un'instabilità che oggi non vuole nessuno, né le industrie del latte né gli allevatori. L'incontro, che si è svolto il 16 giugno a Milano nella sede di Unioncamere, si è limitato ad una verifica delle rispettive posizioni. Gli allevatori puntano ad un sensibile ritocco verso l'alto dell'attuale prezzo, fissato a 33,156 centesimi al litro. Le industrie del latte ricordano che la ripresa del mercato è modesta e lascia pochi spazi di manovra. Ma sono solo le prime “scaramucce”, tanto per saggiare il terreno. Ciò che davvero conta è l'andamento del mercato, con il prezzo del latte spot che ha quotato a Lodi il prezzo massimo di 38,66 centesimi al litro, proseguendo così una corsa verso l'alto che non ha subito arresti dallo scorso dicembre.

 

Bene i ‘grandi’ formaggi

Ma è soprattutto l'andamento del Grana Padano (assorbe il 40% del latte lombardo) a dare sostegno alle richieste degli allevatori. Le quotazioni hanno toccato in questi giorni la punta massima di 7,25 euro al chilo per il prodotto di più lunga stagionatura, prezzi di gran lunga superiori a quelli di un anno fa, quando faticosamente raggiungevano 6,25 euro al chilo. Analoga se non migliore la situazione per il Parmigiano Reggiano, che per le stagionature più lunghe ha persino superato i 10 euro al chilo. A completare il quadro il buon andamento dell'export dei formaggi, cresciuto nei primi mesi del 2010 del 6%.

 

Allevatori ottimisti

Ci sono dunque tutti gli “ingredienti” per prevedere che il nuovo accordo sul prezzo del latte sia rivisto al rialzo. Gli allevatori spingono per raggiungere quota 40 centesimi al litro, ma le industrie sembrerebbero disponibili a concedere assai meno. Ma è presto per fare previsioni su quale sarà il punto di incontro. Intanto l'aumento del prezzo potrà consentire agli allevatori di affrontare in condizioni migliori le prossime scadenze, da una parte le rate per le multe pregresse e dall'altra le possibili nuove multe. I primi dati sulla produzione di latte  nella scorsa campagna lattiero casearia dicono che ci siamo fermati a 10,5 milioni di quintali, dunque al disotto del limiti dei circa 11 milioni di quintali a disposizione dell'Italia. Ma nonostante questo, i complicati meccanismi per la gestione delle quote potrebbero comunque prevedere ancora multe per gli allevatori che hanno prodotto oltre la propria quota aziendale. Ma questa è un'altra storia...