“Nuove tecnologie alimentano la terra”. E'  questo lo slogan che Fieragricola ha scelto per l'edizione 2010, appena conclusa, quasi a sottolineare l'importanza dell'innovazione e della ricerca per migliorare la capacità del mondo agricolo nell'offrire alimenti di eccellenza. Una sfida raccolta da tutti i settori e da quello zootecnico in particolare, ospitato nel recinto fieristico veronese dal salone tematico Zoosystem, come sempre fra i più visitati e apprezzati. Gli allevatori questa volta non si sono accontentati di mettere in mostra il meglio della selezione, ma si sono posti l'obiettivo di far conoscere al consumatore quali sono i plus di un'alimentazione “made in Italy”.  Un compito raccolto da Italialleva, il marchio che contraddistingue il percorso di filiera organizzato dall’associazione allevatori (Aia) e che garantisce l’origine del latte e della carne che escono dagli allevamenti italiani che aderiscono al progetto.

 

Italialleva

In occasione di Fieragricola negli spazi di Italialleva sono stati allestiti percorsi di degustazione con protagonisti latte, yogurt, formaggi e carni.  E sempre da Italialleva è arrivata, quasi come una provocazione, la presentazione di un metodo alla portata di ogni laboratorio (e poco costoso) per sapere se il fiordilatte che arriva in tavola è fatto con latte fresco o con cagliate magari vecchie e congelate, importate da chissà dove (se ne parla anche su Agricoltura On web). Provocazione o no, è un chiaro invito ad offrire ai consumatori prodotti di alta qualità, realizzati con le materie prime di eccellenza che i nostri allevamenti sono in grado di realizzare.

 

Il Codex Assalzoo

Le produzioni animali “made in Italy” possono vantare molte prerogative nel loro percorso di filiera che ha fra i suoi punti di forza anche l’efficienza del settore mangimistico. Se ne è parlato durante Fieragricola in occasione del convegno organizzato da Assalzoo, l’associazione che riunisce le industrie mangimistiche italiane, per presentare lo stato di avanzamento del progetto Codex Assalzoo. Messo a punto nel 2006 e progressivamente affinato, il Codex Assalzoo non si sostituisce ai sistemi di certificazione (adottati nella gran parte dei siti produttivi), che vengono semmai integrati dalle procedure previste dal Codex per il settore mangimistico, orientate a raggiungere il più alto grado di sicurezza e qualità. Nel sistema Codex è prestata molta attenzione alle verifiche sulle materie prime che entrano nel processo di produzione dei mangimi, verifiche i cui risultati vanno a costituire una banca dati che ha un duplice obiettivo. Anzitutto quello di fornire un quadro generale sulla situazione qualitativa degli approvvigionamenti di materie prime e al contempo offrire uno strumento di lavoro e di aiuto alle aziende meno strutturate. Perché un errore commesso anche da un solo mangimificio, pur se piccolo e con una produzione modesta, finisce con il coinvolgere tutto il sistema mangimistico italiano, che con i suoi 14,5 milioni di tonnellate di mangimi prodotti è al quarto posto nella Ue. Una produzione, quella mangimistica italiana, che ha un ruolo strategico nella filiera zootecnica e che dunque non può permettersi  “incidenti di percorso”. Il Codex Assalzoo è nato anche per questo e con l'ambizione futura di mettere la sua firma  a ulteriore garanzia delle filiere zootecniche di qualità.