Sarà pagato 31 centesimi al litro il latte prodotto nella provincia di Brescia. E' questo l'accordo raggiunto fra Assolatte e Coldiretti e che resterà operativo sino al 31 marzo del prossimo anno. Una decisione che al di là dei limiti territoriali è destinata a “pesare” sui futuri accordi che potranno essere siglati fra produttori e industrie del settore. Se n’è parlato molto in questi giorni lamentando l'esiguità del prezzo concordato e l'eccessiva lunghezza. Voci di dissenso che sono giunte soprattutto da Confagricoltura e Cia e alle quali si sono aggiunte le critiche di Unalat che auspica una nuova apertura del dialogo per giungere a un’indicizzazione del prezzo. Ha alzato la voce anche Copagri, secondo la quale il prezzo concordato non sarà accettato dai produttori.
Indifferente alle divisioni che tormentano le rappresentanze del mondo agricolo, nel frattempo il mercato del latte sembra aver imboccato la strada di una ripresa, ancora timida ma incoraggiante. Lo dimostra il prezzo del latte spot che la Camera di Commercio di Lodi ha quotato a settembre a un massimo di 35 centesimi al litro, quando solo pochi mesi fa stentava a raggiungere quota 25 centesimi. Il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, ha definito l'accordo raggiunto a Brescia come molto oneroso per le aziende italiane. Vero, se il confronto è fatto con il prezzo del latte polacco o rumeno, con il quale però non si fa qualità e tantomeno i formaggi Dop. Vantaggioso invece per le industrie se il mercato continuerà, come sembra, a riprendere quota. Quale sarà l’evoluzione del prezzo dipenderà anche dalle decisioni che saranno prese dal prossimo Consiglio dei Ministri agricoli della Ue in programma per il 19 e 20 ottobre e dal quale si spera di ottenere l'apertura dell'ammasso privato dei formaggi (se n’è parlato anche sul precedente Agronotizie).
Le Regioni chiedono aiuto
In attesa che dalla Ue possa arrivare qualche sostegno al settore lattiero caseario, Tiberio Rabboni e Daniel Luca Ferrazzi, rispettivamente assessori all'Agricoltura dell'Emilia Romagna e della Lombardia, chiedono intanto di sospendere e dilazionare il pagamento della sesta rata delle multe previste dalla legge 119 del 2003. Richiesta che il ministro dell'Agricoltura ha accolto e per la quale si stanno studiando ora le procedure per renderla possibile. Dal Mipaaf arriva anche conferma della disponibilità di 45 milioni di euro destinati a sostenere le aziende zootecniche che si erano messe in regola acquistando quote latte.
Gli allevatori però non stanno con le mani in mano aspettando che qualcuno risolva dall'alto i loro problemi, ma cercano una via di uscita diventando protagonisti del mercato. Questa può essere la chiave di lettura del neonato “Consorzio Latte Italia”, messo in piedi da Coldiretti Lombardia. Si tratta di una società senza fini di lucro che, con scopo consortile, si occuperà di compravendita del latte e dei prodotti alimentari. L'obiettivo, come ha spiegato Nino Andena, presidente di Aia oltre che presidente della Coldiretti regionale, è quello di rafforzare il potere contrattuale dei produttori e valorizzare le produzioni di qualità che oggi non sono pagate quanto valgono “costringendo le imprese a chiudere - ha detto Andena – mentre paradossalmente continuano a crescere i prezzi al consumo”.
Tra un consorzio e l’altro
Una bella idea che si aggiunge alle altre che nel tempo si sono succedute, ognuna con l’ambizione di rendere questa nostra agricoltura un po’ meno indifesa di fronte al mercato. Poche però hanno portato ad una reale svolta. A ben guardarci il problema è sempre stato lo stesso, la difficoltà di aggregarsi sino a raggiungere la “massa critica” necessaria per affrontare con successo il mercato. Speriamo che questa volta vada meglio.