Il percorso del decreto “aumenta-quote” continua ad essere accidentato. Il 5 aprile (data entro la quale occorre giungere alla conversione in legge) si avvicina rapidamente e in Commissione Agricoltura della Camera si è lavorato sino alle due del mattino per smussare gli ultimi “spigoli” del decreto. Il dibattito parlamentare sta ora proseguendo alla Camera dove trova fra i banchi dell’opposizione ancora molte critiche e richieste di modifiche. A conclusione della prima giornata di discussione, lunedì 23 marzo, il ministro Zaia ha replicato ai vari interventi ricordando il buon lavoro sin qui svolto e puntualizzando alcune cifre. Anzitutto il numero delle stalle, che sono 40900 e non 50mila come si è letto da alcune parti. Di queste, 13.220 hanno prodotto oltre la loro quota anche se poi le procedure di compensazione hanno di fatto annullato le multe per la maggior parte delle aziende. Luca Zaia ha anche ricordato che l’aumento delle quote non riguarderà solo “pochi amici”, ma ben 17800 aziende agricole che riceveranno da Agea la comunicazione dell’aumento di quota. Dalle parole del ministro è stato poi possibile cogliere qualche apertura alla possibilità di trovare spazio per alcuni degli emendamenti proposti. Non resta che attendere la conclusione dei lavori della Camera, ancora in corso, per conoscere l'esito finale.

Già durante i lavori del Senato erano stati accolti molti degli emendamenti richiesti da più parti. Fra tutti l'introduzione della rinuncia ai contenziosi da parte degli allevatori che aderiscono alla rateizzazione delle multe pregresse per poter beneficiare del consistente aumento di quota ottenuto da Bruxelles. Ricordiamo che l'aumento è di complessive 758mila tonnellate che portano la quota italiana a superare quota 11 milioni di tonnellate, quanto basta per metterci al riparo da altre multe. In ballo ci sono però ancora vecchie multe per quasi 1,4 miliardi euro, una spada di Damocle che grava su 4264 allevatori.

 

Chi paga e chi no

Ad un esame più attento delle modifiche apportate dal Senato in merito ai criteri con i quali si attua la rinuncia al contenzioso si scopre però che tale rinuncia non è uguale per tutti. Per gli allevatori che hanno contenziosi in corso e che pertanto non hanno un debito esigibile sino alla conclusione del ricorso nelle aule giudiziarie, non scatta l'obbligo di rinuncia e potranno usufruire dell'aumento di quota senza nulla pagare. Gli altri, che non hanno fatto ricorsi o che avendoli fatti hanno avuto un esito per loro negativo, dovranno rateizzare le multe pregresse e rinunciare ad altre rivalse. Il problema è “spinoso” tanto più che le due “categorie” di allevatori sono ugualmente numerose.
I trattori intanto si sono già rimessi in movimento e i presidi degli allevatori sono tornati ad animarsi per dare voce allo scontento di quanti hanno investito capitali per mettersi in regola acquistando e affittando quote.

 

I conti del latte. Tutti sbagliati?

Come se non bastasse la “confusione” che da sempre regna su questo argomento, è stato reso pubblico in questi giorni uno studio delle università di Milano e Sassari (se ne parla su L’Arena dell’11 marzo), studio secondo il quale le cifre ufficiali della produzione di latte in Italia sarebbero sbagliate. Con la conclusione che le multe che sino ad ora ci ha comminato Bruxelles non sarebbero dovute. Insomma, benzina sul fuoco che ha subito riacceso gli animi dei Cobas del latte della prima ora, che al grido di “avevamo ragione noi”, minacciano a loro volta di tornare in piazza con i trattori.

 

Il difficile compito del Commissario

La partita delle quote, dunque, è tutt'altro che conclusa, ma non bisognerà aspettare molto per giungere almeno ad un punto fermo. C'è l'appuntamento del 5 aprile, come detto, data entro la quale il decreto “aumenta-quote” decadrà se non convertito in legge. E subito dopo, cioè il 15 aprile, scatta l’obbligo di comunicazione agli allevatori della maggiorazione di quota della quale hanno diritto. Una comunicazione che sarà sotto la responsabilità di un Commissario straordinario appositamente nominato e che riguarderà 17.800 aziende agricole. E' una difficile gara contro il tempo quella che ha di fronte il Commissario straordinario che sarà incaricato di assegnare gli aumenti di quota. Facciamogli molti auguri di buon lavoro, ne avrà bisogno.