Domani, 21 settembre, si terrà a Policoro (Mt) il 1° Forum della nutrizione vegetale sulla fragola, promosso e organizzato dall'Associazione L.A.Me.T.A. (Libera associazione mediterranea tecnici in agricoltura).
Il Forum ha l'intento di focalizzare l’attenzione su uno degli aspetti più importanti della produzione agricola: la gestione nutrizionale della fragola, con particolare  attenzione sulle ultime conoscenze tecnico-agronomiche e su argomenti di attualità legati alla normativa.

La partecipazione è gratuita, è sufficiente pre-registrarsi nell'apposita pagina del sito web dell'Associazione (clicca qui per accedere). 

Abbiamo chiesto a Pasquale Carbone, vicepresidente dell’Associazione, di anticiparci alcuni dei temi che saranno trattati durante l’evento e di illustrarci quale sarà il focus dominante del Forum.

“La coltivazione della fragola avviene secondo un ciclo annuale - spiega Carbone -, pur trattandosi di una pianta perenne. Nel nord Italia le produzioni interessano il periodo primaverile utilizzando piante frigo-conservate trapiantate nell’estate precedente. Al sud si realizzano impianti con piantine ‘fresche’ (a radice nuda o cime radicate) in grado di produrre da dicembre a giugno.
Si può facilmente dedurre, quindi, come l’adozione di differenti tecniche di coltivazione modifichi sostanzialmente le esigenze nutrizionali della coltura e la dinamica di assimilazione degli elementi nutritivi.

Il 1° Forum di Nutrizione Vegetale intende essere un'occasione di incontro per discutere di tutti gli aspetti e delle ultime novità legate alla nutrizione vegetale della fragola.
Il termine ‘nutrizione’ racchiude in sé un significato ancor più ampio di quello di ‘fertilizzazione’. La nutrizione vegetale richiede conoscenze specifiche e interdisciplinari. E’ indispensabile avere conoscenze circa la chimica degli elementi, le dinamiche di assorbimento degli elementi nutritivi, quali sono le aree ‘sink’ delle diverse sostanze, le fasi fenologiche, le esigenze nutrizionali, i fabbisogni irrigui della coltura, le caratteristiche dell’impianto di fertirrigazione, i sintomi di carenza o eccesso, l’architettura della pianta, gli aspetti economici e strutturali della fragolicoltura, le tipologie di fertilizzanti e le dosi da impiegare in funzione dello sviluppo vegetativo”.


La realizzazione del processo produttivo richiede quindi il soddisfacimento dei fabbisogni colturali nell’ambiente di coltivazione e tale situazione viene complicata dal ricorso ad un’agricoltura sempre più specializzata ed intensiva, che ha notevolmente modificato il bilancio dei nutrienti nel suolo.
“Se si considera la molteplicità dei fattori - continua Carbone - che concorrono all’alterazione del ciclo naturale dei nutrienti nel sistema suolo-pianta, non è difficile immaginare come la tecnica della fertilizzazione, attraverso la somministrazione di fertilizzanti minerali e organici, costituisca una fase importante e delicatissima. Inoltre, la fertilizzazione è una tecnica che fortemente influenza il processo produttivo.
In passato, ma purtroppo anche oggi in alcune realtà locali, l’agricoltore operava in modo empirico e soggettivo nelle scelte inerenti il problema della nutrizione vegetale. Ciò ha portato alla definizione di piani di fertilizzazione definiti in funzione dei presunti risultati produttivi tralasciando le considerazioni sulle reali esigenze colturali e sulla fertilità del suolo.

La moderna agricoltura richiede la conoscenza dei diversi fattori, impone agli agricoltori o ai tecnici del settore capacità imprenditoriali e decisionali, qualità dei prodotti, competitività, necessità di intervenire in tempi relativamente brevi e l’ottimizzazione delle produzioni per rispondere alle esigenze di mercato. Oggi, la fertilizzazione può essere opportunamente razionalizzata nell’ambito della tecnica colturale, massimizzando l’efficacia di ogni fertilizzante distribuito, in modo da evitare inutili aggravi economici e riducendo, contemporaneamente, l’impatto ambientale. Per raggiungere tale scopo, non si dovranno trascurare gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale ed economica della fragola”.



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