"Il decreto approvato dal governo sulla nuova normativa dei rifiuti che introduce il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) non tiene conto dell'esigenze delle imprese agricole, nonostante le proposte di modifica avanzate dalla Cia. Le disposizioni prevedono infatti gli stessi adempimenti sia per la grande industria che per l'azienda agricola". A segnalarlo è la Cia Emilia-Romagna a seguito della emanazione del decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria sui rifiuti.

"La norma obbliga gli agricoltori che producono rifiuti pericolosi (e per pericolosi sono intesi ad esempio batterie scariche, oli lubrificanti esausti, tutti prodotti che un normale cittadino può reperire in un qualsiasi supermercato o rivendita specializzata e conferire senza obblighi particolari ad un qualsiasi centro di raccolta) debbano farsi carico di una lunga serie di complessi e costosi oneri. In aggiunta il nuovo decreto prevede pesanti sanzioni per chi non adempie agli obblighi previsti – aggiunge il presidente Cia Emilia-Romagna, Antonio Dosicome l'iscriversi, per poter trasportare i propri rifiuti, all'albo gestori ambientali pagando il dovuto contributo annuale o il dotarsi del dispositivo elettronico denominato Black Box, con ulteriori oneri. Si è, in sostanza, tornati indietro di oltre due anni quando l'analoga norma aveva di fatto vanificato gli accordi di programma, poi riattivati con i decreti di fine 2008".

Dosi sottolinea la necessità di una maggiore semplificazione nella normativa: "Non si comprende e non si può accettare che la normativa nazionale aggravi i vincoli comunitari, mettendo le nostre imprese agricole in condizioni di evidente sfavore competitivo con i concorrenti degli altri Paesi Ue, prevedendo ulteriori onerosi e complessi adempimenti. L'iscrizione all'albo gestori ambientali per chi trasporta i propri rifiuti, pericolosi e non pericolosi, in modo occasionale e saltuario, l'obbligo del registro di carico e scarico per i rifiuti non pericolosi sono procedure non previste dalla normativa comunitaria".

Anche Dosi si unisce alle altre organizzazioni agricole, come Confagricoltura e Fedagri-Confcooperative, che hanno chiesto in una lettera al presidente del Consiglio e al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo una proroga di almeno un anno dall'avvio del sistema, previsto per il 1° gennaio 2011, e di apportare le necessarie modifiche al decreto legislativo tenendo conto delle specificità agricole.