L'impennata dei prezzi dei cereali, in atto dallo scorso luglio, si sta rivelando una boccata di ossigeno per gli agricoltori, giunti ormai al punto critico dopo due anni di continui ribassi dei mercati, ma rappresenta anche un ulteriore motivo di preoccupazione per gli allevatori e i trasformatori, già alle prese con la contrazione dei consumi alimentari causata dalla crisi economica generale.

Confagricoltura ha organizzato un'occasione di approfondimento sulle prospettive delle produzioni cerealicole nell'attuale scenario di volatilità dei mercati, e per questo ha organizzato a Roma un seminario con gli esperti di Rabobank International intitolato 'Le commodity agricole: mercati e strumenti derivati'.

Il seminario, tenutosi oggi 15 ottobre 2010, si è rivolto in particolare ad aziende cerealicole e zootecniche fortemente presenti sul mercato e rientra nel programma di attività di promozione e aggiornamento a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese agricole associate a Confagricoltura.

"La nostra - ha sottolineato Rossella Schiavini, general manager Rabobank International per Milano - è banca leader a livello globale nel settore agroindustriale, presente in 40 Paesi del mondo ed anche in Italia a supporto delle aziende del settore". Ha poi spiegato: "I mercati globali delle materie prime agricole sono sempre di più difficile lettura, e le aziende sono consapevoli della portata strategica che assume una gestione efficiente tanto dell'approvvigionamento fisico che del rischio legato alla volatilità di prezzo, come d'altra parte le turbolenze dei mercati negli ultimi anni hanno evidenziato".

Una prolungata volatilità dei prezzi dei cereali comporta riflessi particolarmente negativi sul mercato italiano, che, per le sue caratteristiche, subisce inevitabilmente un comportamento attendista da parte di chi vende e di chi compra. Atteggiamento comprensibile, ma che non giova al collocamento della produzione nazionale, facilmente rimpiazzabile con cereali d'importazione. Ciò incide negativamente sulla propensione degli agricoltori italiani a coltivare cereali e quindi anche sulla capacità di auto-approvvigionamento del nostro Paese, rendendo l'industria di trasformazione ancor più dipendente dalle importazioni.

Partendo da queste considerazioni e dall'esigenza di proteggere le imprese agricole dalla volatilità dei prezzi, assicurando loro un reddito adeguato e stabile nel tempo, Confagricoltura - come ha sottolineato il suo direttore generale Vito Bianco - ha concepito il progetto 'Futuro fertile' orientato sia al miglioramento delle opportunità di commercializzazione dei cereali e delle oleaginose, sia all'ottimizzazione del costo dei mezzi di produzione (sementi, concimi, fitofarmaci, ecc.).

"Per l'iniziativa 'Futuro fertile', già in fase operativa, servono professionisti di altissimo livello, come Rabobank - evidenzia Bianco - allo scopo di aumentare l'offerta di servizi ai soci di Confagricoltura e agli altri operatori che aderiscono al progetto".