"Aumentare la produzione e qualificare l'offerta. È questa la strada obbligata per il comparto cerealicolo nazionale, che passa attraverso una sola parola d'ordine: l'organizzazione economica del settore, indispensabile per contrastare le crisi di mercato e migliorare le strategie commerciali".

Lo ha dichiarato il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini nel corso di un incontro tra le cooperative cerealicole del centro-nord svoltosi oggi a Bologna.

"Le proiezioni di mercato di lungo periodo prevedono un crescente deficit produttivo – ha proseguito Gardini – ed è per questo che il nostro Paese è obbligato a produrre di più. Fedagri è pronta a fare la sua parte attraverso cooperative sempre più forti e sempre più grandi, chiamate ad aumentare quantitativi prodotti e capacità di stoccaggio e a spingere sull'acceleratore dell'innovazione di prodotto e di processo".

Nel panorama cerealicolo globale, l'Italia si colloca al 2-3% della produzione mondiale e al 4/5% di quella europea (eccezione per il grano duro dove rappresenta circa il 33-35% della produzione europea). Si tratta tuttavia di un'offerta del tutto deficitaria rispetto alla domanda, al punto che importiamo il 40% del fabbisogno del frumento duro (2,5 milioni di tonnellate ogni anno) e oltre il 60% di quello tenero (quasi 5 milioni di ton). Il mais è l'unico settore dove l'Italia non dipende dall'import, ma restano ancora molti progressi da fare per qualificare l'offerta, soprattutto dal punto di vista sanitario.

"Aumentare la produzione non vuol dire però – ha precisato Gardini – produrre ciecamente senza programmazione e senza strategie. È  importante anche come si produce e come si fa lo stoccaggio del prodotto: per stipulare grandi contratti di fornitura con l'industria è infatti imprescindibile realizzare una piena ed efficace tracciabilità quantitativa, qualitativa e sanitaria dei lotti di materia prima che vengono stoccati. È la tracciabilità il punto di partenza per qualificare l'offerta nazionale cerealicola".