Mentre il prezzo del grano tenero corre, per il grano duro il mercato non sembra volersi ‘svegliare'. Osserva Confagricoltura: "Paradossalmente, se la tendenza dovesse continuare al ritmo attuale, a breve il frumento tenero potrebbe costare più del grano duro".

Come sempre, all'inizio della campagna commerciale, le importazioni stanno giocando un ruolo fondamentale nel controllo dei prezzi del frumento duro sul mercato nazionale e comunitario. I molini italiani si sono già abbondantemente approvvigionati acquistando prodotto estero a basso costo, sia sul mercato comunitario (Grecia) sia oltre atlantico (Messico e Usa). Per agosto-settembre sono previste nuove importazioni di grano duro dal Canada, che ha abbondanti scorte del 2009, ma produrrà il 30% in meno quest'anno.

"I produttori di grano duro – spiega Confagricoltura - sono poco propensi a vendere, dato che il prezzo attuale (180 – 190 euro/tonn) non copre nemmeno i costi di coltivazione".

"Va respinta al mittente l'accusa di ‘ritenzione' formulata recentemente dall'industria molitoria nei confronti di agricoltori e cooperative. In presenza di un prezzo remunerativo la fornitura di grano duro nazionale all'industria molitoria e pastaria si realizzerebbe senza alcuna difficoltà".

Più positiva la situazione del frumento tenero con le quotazioni che sono lievitate del 40% nel mese di luglio sui mercati finanziari, raggiungendo il massimo livello da più di un anno. Lo rileva Confagricoltura che sottolinea come, per trovare in passato un tale incremento su base mensile, occorra risalire addirittura al 1973.

Il decollo del prezzo del grano si sta realizzando sotto la spinta delle pesanti preoccupazioni per l'esito dei raccolti nei Paesi del Mar Nero, colpiti da forti ondate di calore e da una prolungata siccità, in particolare in Russia, dove i raccolti sono stati colpiti anche da vasti incendi.