Luciano Trentini, presidente dell’Associazione europea dei produttori di asparago, è intervenuto a conclusione di Euro Asper 2010, convegno europeo dedicato a questo ortaggio che offre ampie possibilità di sviluppo.

Il convegno, organizzato dall’Associazione inglese 'Asparagus Growers', ha posto in evidenza come nel mondo si producano mediamente 1 milione di tonnellate di asparagi, di cui circa il 25% si concentra in Europa, su una superficie di circa 60.000 ha, pari ad una produzione complessiva di 240.000 tonnellate (dati 2009). La produzione europea è concentrata in Germania (primo paese produttore in Europa, con 98.000 t.); seguono in ordine la Spagna, con 48.000  viene coltivato anche in America, soprattutto in Perù (284.000 t.), Messico (60.000 t) e USA (50.000 t.), ma anche in Asia, in particolare in Cina (primo paese produttore al mondo) e a distanza Giappone (29.000 t ).

La produzione europea, pur soffrendo in esordio di campagna della pressione dei Paesi esportatori (Perù e Messico), può competere per la qualità e soprattutto per la velocità di commercializzazione che permette ai consumatori di acquistare asparagi freschi e gustosi.

“Sul fronte dei consumi di asparagi - dichiara Luciano Trentini, presidente di Euro Asper – la situazione è in evoluzione positiva. C’è una domanda in crescita che andrà supportata da adeguate azioni promozionali che potranno senza dubbio incrementare la penetrazione del prodotto tra i giovani consumatori europei che ancora non conoscono adeguatamente questa specialità”.

I due giorni di convegno hanno fatto emergere alcune criticità: aumento dei costi di produzione per il difficile reperimento della manodopera; esigenza di sviluppare l’innovazione di prodotto e di processo; necessità di costruire un corretto rapporto commerciale fra produttori e Grande distribuzione.

A livello italiano la superficie coltivata nel 2009, su oltre 6.500 ettari, presenta una evoluzione in aumento rispetto ai primi anni duemila, con una produzione media per ettaro vicina alla 7 t. e un livello produttivo in grado di garantire un discreto reddito al produttore, anche se i costi di raccolta e di confezionamento incidono per oltre il 50 % sul costo totale di produzione.