Erbicidi, insetticidi, fungicidi, fumiganti: in una parola, agrofarmaci. Fattori che presentano elevata importanza strategica e modeste criticità nella gestione aziendale per il 40,3% dei produttori agricoli italiani, secondo l'XI° Rapporto Agricoltura presentato da Nomisma e commissionato da Confagricoltura e Veronafiere nel corso dell'ultima edizione di Fieragricola 2008. Gli agrofarmaci, dunque, 'passano l'esame' delle aziende agricole, e si preparano, anche per i prossimi anni, a svolgere una funzione determinante nel comparto primario. Con una tendenza alla diminuzione per quanto concerne i volumi impiegati, alla quale corrisponde, in linea di massima, una crescita a valore. 'In base al trend degli ultimi 15 anni a livello mondiale', spiega infatti Marco Rosso, direttore di Agrofarma, l'associazione nazionale delle imprese di agrofarmaci aderente a Federchimica-Confindustria, che da sola in Italia copre il 95% circa della produzione di erbicidi, fungicidi, insetticidi e fumiganti, 'si verifica una riduzione delle quantità utilizzate in campagna di queste sostanze, per effetto del miglioramento delle formule chimiche attive'. 'Per tutte le categorie di agrofarmaci', prosegue Rosso, 'si è registrato dal 1990 ad oggi un significativo calo dei quantitativi consumati, che si sono ridotti complessivamente del 35%, passando da 141.200 a 92.217 tonnellate'. Le flessioni maggiori (fonte Agrofarma) le hanno riportate, i fungicidi (-39%) e gli insetticidi (-46%), 'essendo di fatto le famiglie più interessate dall'introduzione di molecole innovative a bassi dosaggi d'impiego'. Presenta una situazione diversa, invece, l'andamento del mercato in base al valore. Se sul mercato italiano si è registrato un aumento, a livello europeo e mondiale si è assistito mediamente ad una flessione, anche se le previsioni al 2011 indicano un trend rialzista generalizzato.
'Il valore del mercato italiano di agrofarmaci è cresciuto del 26% nel corso degli ultimi 15 anni', analizza il direttore di Agrofarma, 'passando da 556 milioni di euro a 712 milioni di euro, oltre che per il trend inflazionistico anche per il costante cambiamento in positivo del mix, che a fronte di un più basso dosaggio di impiego ha implicato un aumento dei prezzi unitari'. Passando sotto la lente i dati in euro, infatti, la crescita maggiore è stata toccata dai fumiganti (+73%), dagli insetticidi (+46%) e dai fungicidi (+21%). In controtendenza, invece, il mercato europeo (Ue-25, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, fonte: ECPA - AgriService), che si è contratto dell'1,6%, passando dal 2006 al 2005 da 6,69 a 6,58 miliardi di euro, con una perdita di terreno maggiore per insetticidi (-3,6%) e fungicidi (- 4,6%), mentre gli erbicidi hanno bilanciato la frenata guadagnando un comunque modesto 0,8%. Più pesante, invece, il calo sul mercato mondiale: - 2,5% dal 2006 al 2005, per un bilancio arretrato da 31,42 a 31,19 miliardi di euro.
 
Le previsioni a valore al 2011
'In tutti i segmenti merceologici degli agrofarmaci si prevede, al 2011, una crescita in termini di valore', preconizza Rosso, 'con la sola esclusione, per il Sud America, del settore degli erbicidi, che dovrebbero perdere lo 0,7%. La crescita maggiore si dovrebbe verificare, in base alle proiezioni in possesso di Agrofarma, nell'area Medio-Orientale, che vedrà un aumento percentuale del valore di erbicidi, insetticidi e fungicidi rispettivamente di 2,6, 3,5 e 6 punti'. Più contenuta la crescita in Europa, con i fungicidi a guidare l'aumento delle entrate, col 2,4%. Ma in misura inferiore cresceranno anche insetticidi (1,3%) ed erbicidi (0,7%).
Altri exploit positivi a valore si registreranno, in particolare, in America Latina sul comparto dei fungicidi (4,2%) e nel continente asiatico per il segmento degli erbicidi (+3,5%).