Di grande pezzatura, molto croccanti e dolci. Sono le ciliegie che vogliono i consumatori e che corrispondono alle caratteristiche delle innovative varietà Sweet® messe a punto dall'Università di Bologna. Per far conoscere le tecniche colturali e le potenzialità commerciali di questo prodotto, Apofruit ha organizzato un webinar in diretta su Agrilinea lo scorso 19 maggio dall'azienda agricola biologica e biodinamica "Simonetta" di Enzo Trapani a Lizzano di Cesena.

Con Alberto Aldini, responsabile tecnico Verdea, si è parlato di agricoltura biodinamica, delle tecniche utilizzate e dei relativi risultati.
Inoltre si è evidenziato che in caso di pioggia e di attacco da parte della drosofila è importante adottare speciali tecniche di protezione: sono necessari notevoli investimenti (50/70 mila euro per ettaro) ma saranno poi compensati dall'alta produzione che le piante garantiscono e, soprattutto, dalla garanzia della salvaguardia del prodotto. È stata poi presentata la tecnica di protezione chiamata Alcarpo®, composta da una calotta di nailon che diventa rete scendendo verso il piede della pianta. Una tecnica che difende i frutti sia dagli effetti della pioggia che dagli insetti. Gli impianti vengono organizzati a spalliera rendendo facile sia il loro allevamento che la raccolta dei frutti, che può essere effettuata da terra con piccoli carri.

Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit, ha illustrato i dettagli della cerasicoltura in Emilia-Romagna, sono seguiti gli interventi del direttore commerciale di Apofruit Italia Mirco Zanelli, che ha evidenziato le potenzialità commerciali della ciliegia Sweet®, il responsabile tecnico Verdea Alberto Aldini ne ha puntualizzato la tecnica di allevamento e il presidente di Canova Massimo Biondi ha parlato del biologico e delle sue caratteristiche.
 
Webinar Il ciliegio in Emilia-Romagna
Un momento del webinar "Il ciliegio in Emilia-Romagna"
(Fonte foto: © Apofruit)

 

Il biologico come sta andando?

Nel contributo che ha visto protagonista Germano Fabiani della direzione commerciale Food di Coop Italia si è fatto il punto sulla situazione del settore cerasicolo dopo le gelate del mese scorso. Secondo Fabiani tra le drupacee le ciliegie sono quelle che ne hanno risentito meno perché hanno visto un maggior investimento a livello di ettari. A causa della pandemia i consumi l'anno scorso erano scesi, mentre quest'anno "confidiamo di recuperare il gap" ha detto Fabiani che ha aggiunto: "Il segmento del bio nel cerasicolo non è molto è performante, non va oltre l'1,5% di percentuali vendute. L'intero comparto del biologico sta segnando il passo: siamo sugli stessi valori da un paio di anni".

Ma non c'è preoccupazione per questi dati da parte di Lino Nori, presidente del Consorzio Il Biologico, che ha sottolineato che si tratta di una condizione normale dopo otto-nove anni di crescita a doppia cifra: "Non stiamo tornando indietro, è un consolidamento". Nori ha ricordato inoltre che il biologico in Italia ha raggiunto un volume d'affari di sette miliardi, di cui quasi tre di esportazioni. Apofruit è stato uno dei pionieri del biologico, come ha rimarcato Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo, ricordando la creazione di Canova 24 anni fa.
 

Più qualità con ambiente e tempi giusti

Le ciliegie Sweet® sono state create per rispondere alle richieste del consumatore. A fare la differenza nella valutazione uno degli elementi più importanti è il calibro, insieme alla produttività per l'agricoltore, inoltre è importante la qualità interna, come il grado brix.

Il costitutore delle ciliegie Sweet®, Stefano Lugli, ricercatore dell'Università di Modena e Reggio Emilia, ha raccontato che i primi impianti di queste ciliegie risalgono al 2013 e hanno avuto un'espansione molto rapida. Il progetto Sweet però non è ancora terminato. "Al momento abbiamo sei varietà che coprono un mese pieno di raccolta, ma stiamo lavorando su una varietà precocissima che anticipi di una settimana la maturazione di Sweet Aryana® - ha spiegato Lugli - e siamo all'opera per selezionare una Sweet tardiva, che possa chiudere il calendario una settimana dopo Regina, sempre con la stessa qualità".

Il calendario del ciliegio è piuttosto ristretto, si parla di trenta-quaranta giorni, ma "se lo differenziamo con le aree di coltivazione, quindi le varietà precoci verso il Sud italia, quelle tardive verso il Nord e il grosso in pianura, un prodotto di stagione come la ciliegia - ha detto il ricercatore - potrà essere presente per tre-quattro mesi, a partire da metà aprile fino ad arrivare a metà luglio, con le stesse varietà di alta qualità, ma in ambienti diversi".

L'ambiente è stato al centro di dibattiti dopo le gelate tardive di aprile: il ciliegio è coltivato nelle aree vocate? Secondo Lugli non solo il ciliegio, ma anche le altre drupacee, rendono meglio in collina e in montagna; la loro coltivazione in pianura è stata scelta perché più conveniente, ma anche l'ambiente influenza la qualità del frutto.

E' possibile rivedere l'evento qui