Determinano il calo l'Italia, che dopo il record produttivo del 2017 sembra evidenziare una flessione di oltre il 30%, la Francia, che con circa 134mila tonnellate flette del 14% e la Grecia, in diminuzione del 12% con un'offerta stimata sulle 80mila tonnellate.
La Spagna è l'unico paese in controtendenza, in quanto con poco meno di 143mila tonnellate segna un nuovo record produttivo registrando un +9% sul 2017.
Questo il quadro che è emerso nel corso di un incontro tra i rappresentanti della produzione europea di albicocche.
Laddove le produzioni sono stimate in calo, la causa è da ricercare nell'alternanza fisiologica della produzione e nelle gelate che hanno danneggiato diverse aree europee.
L'espansione della Spagna è dettata in parte da un andamento favorevole alla coltivazione, nonostante alcuni problemi sul precoce, ma soprattutto all'aumento degli investimenti ad albicocche in particolare nella Regione Murcia.
"Nonostante la situazione in Italia e negli altri paesi non sia ancora molto chiara, a causa di una forte variabilità produttiva, quest'anno l'offerta non risulterà sicuramente eccedente in particolare nel periodo precoce e questo renderà più fluido il mercato" dichiara Elisa Macchi, direttrice del Cso Italy.
"Le minori produzioni italiane, accompagnate da un apprezzato rinnovamento varietale, ci auguriamo possano ricollocare il mercato su buoni livelli dopo la disastrosa annata 2017. Per il futuro sarà importante monitorare le tendenze espresse dalla Spagna".