La Regione è così una delle prime a dotarsi di una propria normativa per la promozione della coltivazione e dello sviluppo della filiera agroindustriale della canapa, dopo il varo della legge nazionale avvenuto nel novembre 2016.
La nuova legge regionale incentiverà anche l'avvio di progetti di promozione, formazione e sperimentazione. Sul piatto ci sono circa 30mila euro l'anno, ma anche l'aggancio al Programma di sviluppo rurale della Campania 2014-2020, che prevederà la filiera canapicola tra quelle prioritarie.
"Sono oltre cinquanta le imprese agricole campane impegnate nella coltivazione della Cannabis sativa su oltre 150 ettari" (dati provvisori 2016. Fonte: Regione Campania). E' scritto in una nota dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, dove si ricorda come questo dato sia lontano dai 30mila ettari degli anni '50 "che facevano della Campania la seconda Regione produttrice in Italia, ma che rappresenta comunque una buona base di partenza con prospettive di rapida crescita per i prossimi anni".
"Grazie alle due leggi in vigore, quella nazionale e quella regionale, i produttori attuali e quelli potenziali dispongono di un quadro di riferimento chiaro e possono investire con maggiore vigore su una coltura di grande interesse economico ed assoluta sostenibilità ambientale" continua la nota.
A tanto, vale la pena ricordarlo, si aggiunte il fatto che tra le filiere prioritarie del Psr Campania, le cui modifiche sono state appena trasmesse a Bruxelles per l'approvazione della Commissione Ue, si aggiungerà anche quella canapicola.
"La Campania possiede condizioni pedoclimatiche favorevoli per la coltivazione della canapa. Quella che va ora incentivata è la filiera agroindustriale, non solo intorno alla destinazione alimentare, ma anche alle tante altre utilizzazioni alternative" conclude la nota dell'assessorato.