La produzione totale si dovrebbe attestare attorno a 469.000 tonnellate, contro le 588.000 tonnellate dello scorso anno, registrando così un 20% in meno. La produzione commercializzabile è invece valutata prossima alle 450.000 tonnellate, il 19% in meno rispetto alla passata stagione.
Tutti i principali bacini produttivi evidenziano una diminuzione, ma in modo particolare il Lazio, dove, dopo le cifre record dello scorso anno, si ritorna su una produzione più simile al 2014 -30% circa sul 2015.
In Piemonte ed in Emilia Romagna il calo appare più lieve, rispettivamente pari al -9% e al -14%. Più incisivo invece il calo in Veneto, dettato quasi esclusivamente dal problema dell’asfissia radicale, molto presente nella provincia di Verona.
Nel complesso delle altre regioni da segnalare un’offerta inferiore soprattutto nelle aree del Sud, in particolare in Calabria, nonostante l’aumento delle superfici investite.
Elisa Macchi, direttore di Cso Italy: "Dopo un’annata difficile per il kiwi italiano caratterizzata da una produzione elevata, si ritorna quest’anno su livelli più contenuti. Il prodotto - prosegue Macchi - dovrebbe presentare buone caratteristiche di conservabilità, grazie alle favorevoli condizioni climatiche e quindi ci sono tutti i presupposti per un mercato vivace. Il kiwi è una delle produzioni frutticole più importanti di cui l’Italia detiene il primato produttivo e che sta vivendo, proprio in questi anni, un rinnovato interesse da parte dei coltivatori orientato anche verso nuove varietà, soprattutto a polpa gialla”.
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