Il Reperso è coltivato in soli 10 ettari dall'Agricola Lodigiana, azienda che si trova in provincia di Vercelli e che con il suo titolare, Antonio Eusebione, ha avuto un ruolo fondamentale nella decisione di portare avanti l'idea di brevettare una nuova varietà studiata appositamente per i risotti e per essere unica. Il Reperso si coltiverà solo nella zona di Vercelli perché questa è la decisione dei suoi costitutori. L'idea è quella di ampliare la coltivazione ad altre 5-6 aziende, per una superficie che comunque, a regime, non supererà i 400 ettari.
Il “padre” del Reperso è Gianni Villa, 55 anni, dell'azienda Halvi. La pianta, ci ha spiegato proprio Villa, è stata ottenuta incrociando due piante a loro volta ottenute da varietà che non sono in commercio e da varietà che non sono coltivate da almeno 100 anni, in nessuna parte del mondo.
Le sue caratteristiche sono di essere resistente agli attacchi fungini, in particolare al Brusone e all'Elmintosporiosi e di non allettare: si tratta infatti di una pianta di circa 20 centimetri più bassa rispetto alle altre. La filiera del Reperso è molto stretta e supercontrollata: le aziende dovranno attenersi a protocolli specifici di coltivazione e saranno seguite passo a passo dai tecnici della Halvi. Dettaglio da non trascurare, ogni anno, gli imprenditori agricoli coinvolti riceveranno dalla ditta sementi di base e non di prima o seconda riproduzione, in modo da conservare quanto più possibile, campagna dopo campagna, le caratteristiche originali del Reperso.
Se la pianta del Reperso è unica, anche in cucina si avrà una resa diversa da quella delle altre varietà solitamente utilizzate per i risotti. Il Reperso ha un chicco molto grande, si tratta del chicco più grande al mondo e questa caratteristica è stata cercata proprio per fare in modo che, in bocca, possa essere ben masticato e quindi possa sprigionare tutto il suo sapore. Per chi è particolarmente attento alla linea c'è un'altra caratteristica che lo rende apprezzabile: non ha bisogno di aggiunta di alcun tipo di grassi, lo si può gettare direttamente in pentola e non occorre la mantecatura finale.