La riproduzione illegale compromette la tracciabilità e la trasparenza della filiera orticola, non consentendo di conoscere la provenienza del seme, il primo passaggio del ciclo produttivo che porta il prodotto alla tavola dei consumatori. Da qui l'invito a non utilizzare illegalmente talee o stubs di varietà protette e lo slogan stesso della nuova campagna del gruppo Orto wic, "Un seme, una pianta". Secondo le norme sulla proprietà intellettuale, infatti, aziende sementiere, vivaisti e agricoltori non possono produrre o riprodurre varietà tutelate, né confezionare, mettere in vendita, importare ed esportare prodotti derivanti dalla coltivazione di materiale tutelato, riprodotto senza autorizzazione.
“È necessario far crescere la consapevolezza degli operatori rispetto ai danni provocati da questi comportamenti illegali. Per questo Assosementi prosegue nel suo lavoro di sensibilizzazione in stretto rapporto con Aib (Anti-infringement bureau for intellectual property rights on plant material), che ha sede a Bruxelles, e Road to quality, il progetto di tracciabilità della filiera orticola professionale voluto da aziende sementiere e vivaisti” ha proseguito Cantoni.
La campagna “Un seme una pianta”, online sul sito di Assosementi, pone al centro dell’attenzione degli operatori professionali il ruolo fondamentale svolto dalle aziende sementiere con la ricerca e le positive ricadute su tutta la filiera agroalimentare. “La costituzione varietale permette di selezionare piante e frutti con nuove caratteristiche - aggiunge Cantoni -. Aumento delle rese produttive, resistenza agli attacchi di insetti e malattie, capacità di adattamento ai differenti ambienti fino al miglioramento in termini di gusto e di valore nutrizionale, sono innovazioni che vanno a beneficio di tutti, dal produttore al consumatore, è quindi che siano adeguatamente tutelate”.
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Fonte: Assosementi