Il coordinatore Nicodemo ha aggiunto: “La Candonga Fragola Top Quality per esempio si è fatta valere sui mercati anche esteri in periodi in cui c'era abbondanza visto l'arrivo delle produzioni interne. In questa fase è importante invogliare i consumi, promuovere la qualità con strategie di comunicazione e marketing da attuare sia con gli altri Paesi che singolarmente”.
Federico Nicodemo, ufficio vendite dell'azienda Frutthera srl, filiale commerciale di Asso Fruit Italia Group, ha delineato gli scenari futuri e avanzato proposte: “Mentre si assiste a un calo generalizzato delle superfici coltivate, la Basilicata è in contro-tendenza positiva. Aumenta il volume delle produzioni in particolare di Candonga Fragola Top Quality, chiaro segno che circola ottimismo”. E, ancora: “I correttivi da introdurre per far sì che il settore tenga bene alle sollecitazioni riguardano i casi di naturalizzazione comunitaria, quindi evitare che prodotti non comunitari abbiano ingresso sui nostri mercati e siano così naturalizzati tanto da apparire europei. Quindi maggiore attenzione nella difesa dell'origine. Fondamentale è poi individuare regole comuni che vadano nel verso di irrigidire le prescrizioni da seguire nella produzione. La fragola è una produzione di qualità e tale rimane se le regole di produzione non vengono ritoccate a ribasso. Occorre scoraggiare i produttori improvvisati che non hanno raggiunto livelli di specializzazione tali da poter assicurare lo standard qualitativo attuale. Favorire infine l'interscambio fra i produttori francesi, italiani e spagnoli ed europei in generale affinché sia sempre più contenuto il ricorso all'impiego di principi attivi nella lotta integrata. Anche in questa direzione auspichiamo regole comuni. Anzi, dal tavolo è emersa la volontà di fare gioco di squadra nelle sedi istituzionali preposte”, ha spiegato Federico Nicodemo.
Giampiero D'Onofrio di Agci Agrital ha sottolineato: “Incontro importantissimo perché ci si è confrontati sulle difficoltà che interessano il settore. E' emerso che molto spesso i problemi dei produttori, sia di impiego dei principi attivi sia quelli di commercializzazione, coincidono con quelli degli altri che operano in realtà diverse”. Rispetto alla “fragola europea”: “La strada deve essere percorsa: è necessario individuare insieme strategie di promozione”.
Secondo Giacomo Galdiero dell'Op Giotto: “E' stata l'occasione per rinsaldare la voglia di collaborare fra i Paesi europei, la strada imboccata è quella giusta. Ci siamo scambiati informazioni e dati preziosi. Per il 2015 sono fiducioso, spero che vada meglio dell'anno appena trascorso, mi auguro almeno questo. La 'fragola europea' la ritengo una bellissima iniziativa e spero si possa lavorare in questa direzione promuovendo il consumo della frutta”.
Nel corso del suo intervento Marco Salvi di Fruitimprese ha evidenziato: “Coloro che hanno partecipato al tavolo hanno manifestato le difficoltà che sta attraversando il settore, il mercato non sempre ha dato le risposte positive che ci si aspettava. Per il 2015 l’auspicio è che continui il confronto fra i produttori perché le esigenze sono spesso sovrapponibili. Quando si tratta di valorizzare un prodotto significa sostenere investimenti importanti, quindi al produttore occorre fornire i mezzi necessari per affrontare il percorso. In tutti i Paesi oggi rappresentati (Francia, Spagna e Italia, ndr) si è registrato, salvo eccezioni, un calo delle produzioni, questa situazione non induca nell'errore di vendere a prezzi bassi che non ripaghino gli sforzi dei produttori. Si eviti il ricorso ai prodotti 'civetta' che vanno a banalizzare gli sforzi fatti per ottenere una produzione di qualità. Buona l'idea della fragola europea: si parla tanto di Unione europea, concetto troppo spesso astratto e limitato al discorso bancario e finanziario; ecco, dimostriamo che se l'Unione e il mercato unico esistono allora cominci ad esserci anche una produzione comune, i produttori devono collaborare nella direzione della qualità. Non possiamo limitarci a promuovere le singole fragole, occorre dare slancio ai consumi di fragole, in questo modo il beneficio sarebbe per tutto il comparto fragolifero europeo”.
Dello stesso avviso in merito al rilancio dei consumi è Pietro Ciardiello, Comitato fragola Oi e Coop Sole: “La fragolicoltura ha raggiunto livelli altissimi, tecniche di produzione molto avanzate che offrono garanzie di qualità e salubrità in particolare al consumatore. Il prodotto oggi è qualitativamente eccellente, il punto è individuare le migliori strategie per trasmettere questi valori ai consumatori, comunicare loro il buon lavoro che stato fino ad oggi svolto. Occorre in sostanza convincere i consumatori a mangiare più fragole, l'altra strada sarebbe quella di ridurre le produzioni, ipotesi quest'ultima che scongiuro perché produrrebbe forti danni in termini di reddito oltre a mortificare i livelli occupazionali. Rispetto all'idea della fragola europea non nascondo di essere molto innamorato della fragola italiana”.
Antonio Romano, dell'Op Alma Seges ha concluso: "Confronto costruttivo, sono state delineate strategie per l'anno 2015 ed è chiara la voglia di tutti i protagonisti di continuare a dialogare. Ci sarà molto da lavorare sul fronte dei principi attivi da impiegare per difendere le produzioni dagli attacchi, sarebbe auspicabile disciplinare in maniera uniforme le regole. Buona l'idea della fragola europea, può essere una strada, tuttavia ogni Paese deve, nell'osservanza della leale concorrenza, spingere il proprio prodotto. E' giusto che sia così”.
Nella mattinata di mercoledì le delegazioni italiane e francesi, accompagnate dagli spagnoli che hanno fatto gli onori di casa, hanno visitato cooperative, Op e relative aziende. Prima dell’incontro sono stati visitati i magazzini in cui avviene la lavorazione delle fragole destinate successivamente ai mercati.
Il prossimo anno il Gruppo di Contatto si riunirà in Italia.
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Fonte: Comitato Fragola per l'Italia