Abbiamo fatto il punto della situazione con Ugo Palara, responsabile tecnico di Agrintesa.
Quanto e in che modo l'innovazione varietale, che rappresenta un fondamentale fattore di crescita per la frutticoltura, interessa il comparto?
"L’innovazione varietale è strategica e fondamentale per far crescere il comparto frutticolo. In questi ultimi anni i mercati e i consumatori sono cambiati costantemente ed è necessario seguirli. Senza questa trasformazione si rischia di rimanere al palo. Per proseguire lungo questa strada è stato necessario adattare il patrimonio varietale, fornendo utili strumenti per lo sviluppo del comparto. Grande importanza assumono i prodotti a ‘club’ e in ‘serie’. Nel primo caso possiamo distinguerci dagli altri ed essere più competitivi mentre nel secondo possiamo immettere sul mercato lo stesso prodotto per un periodo molto più ampio e strategico. Ad esempio ricordiamo nel recente passato Pink Lady® Crisp Pink*, Modì® Civg198*, Jingold® Kiwigold*, le Honey di Zaiger e le ancora più recenti Black Diamond® e Zespri SunGold® Gold3*".
Tecnologie, vivaismo e nuove varietà. Come la frutticoltura mondiale guarda al futuro? Quali sono le principali linee guida tecniche che vengono date ai vostri agricoltori?
"Il produttore di oggi continua ad essere fiducioso sul proprio futuro e su quello della propria azienda, ma ha difficoltà a fare bilancio. Credo che l’agricoltura italiana comunque saprà sopravvivere a questo momento di crisi. Siamo in un Paese di eccellenze e qualità che devono essere valorizzate. Il nostro sistema non ha eguali e la Politica deve darci maggiore attenzione. E’ necessario sostenere un’agricoltura a basso impatto ambientale, allo scopo di dare sostenibilità economica all’azienda e all’ambiente. Il prodotto ‘Made in Italy’ deve essere riconosciuto e protetto dal punto di vista istituzionale, dando risalto alla sua qualità e alla sua origine".
Cresce l'attenzione da parte del consumatore e del produttore per la qualità,
intesa come sapore ed aspetto
Oggi si parla molto di qualità percepita come fattore di successo sui mercati. Quali sono, secondo lei, i requisiti fondamentali che fanno di un prodotto ortofrutticolo un prodotto 'di qualità'?
"Le parole chiave sono sapore, gusto, bellezza estetica, salubrità e conservabilità. Occorre comunque che questi elementi siano in equilibrio con le performance produttive ed agronomiche. Rispetto al passato per fare reddito è però necessario puntare oltre che sulla quantità anche sulla qualità. Quest'ultima al produttore costa molto ed è quindi necessario dargli il giusto riconoscimento economico".
Facendo il punto sui prezzi, cosa ci dobbiamo aspettare per il prossimo futuro?
"L’anomalo andamento dei consumi, calati sotto il peso della crisi, e l’aumento dell’offerta hanno portato ad una contrazione dei prezzi di conferimento. Stiamo inoltre vivendo una crescita dei costi legati ad aspetti produttivi e burocratici.
In questo momento è difficile dare un giudizio preciso su come sarà il futuro. E’ però importante guardare avanti con ottimismo e convinzione, perché quella italiana è un'agricoltura con un grande potenziale, che deve essere opportunamente valorizzata".