Il territorio regionale è ricco di varietà frutticole tradizionali, che, con il passare del tempo, perdendo di fatto una valenza commerciale su larga scala, non sono più coltivate e rischiano, purtroppo l’estinzione. Alcuni esemplari sono ancora sopravvissuti sparsi nelle campagne o conservate da qualche agricoltore, amatore o vivaista. Oltre a rivestire una notevole importanza a livello di agrobiodiversità, come riserva di geni per affrontare i problemi del futuro, come i cambiamenti agroclimatici, alcune varietà antiche sono di ottima qualità e possono essere rilanciate come produzione di nicchia nei mercatini a km “0”, negli agriturismi, nell’hobbistica come piante da giardino. Non a caso sono spesso protagoniste di manifestazioni e sagre locali. Una specifica disposizione legislativa è stata emanata recentemente (Lr 1/ 2008) dalla Regione Emilia Romagna per salvaguardare queste patrimonio istituendo “il repertorio regionale” e i soggetti conservatori come gli “agricoltori custodi”. Il convegno, presenterà alcune attività promosse dalla Regione Emilia Romagna per censire, reintrodurre e tutelare le antiche varietà con l’obiettivo di coinvolgere agricoltori e appassionati come “custodi” della biodiversità.
Il programma del convegno prevede, dopo l’introduzione di Franco Zinoni (direttore tecnico Arpa Emilia Romagna), le relazioni di Claudio Buscaroli (Crpv), Sergio Guidi (Arpa Forlì-Cesena), Annalisa Borghi (Alimos), Lucia Morrone (Cnr Ibimet) e Luciana Finessi (Regione Emilia Romagna). In occasione dell’evento sarà allestita una mostra pomologica di varietà autoctone tipiche del territorio (fra cui le mele Durello di Forlì, Abbondanza Rossa e Piatlôna), curata da Crpv e un’esposizione di tele romagnole stampate a ruggine con la riproduzione alberi storici promossa dall’associazione Patriarchi della natura in Italia.
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Fonte: Crpv