“La ricerca e la costituzione di varietà migliorate garantiscono l'evoluzione del sistema produttivo. Per assicurare competitività al sistema agroalimentare italiano è necessario investire sulla ricerca varietale, senza trascurare o avere paura delle biotecnologie - ha aggiunto Marchesini -. In Italia purtroppo insiste una visione miope sull’attività di ricerca vegetale che continua a contrapporre all’innovazione un modello incentrato sulle varietà tradizionali, senza considerare che anche queste ultime non restano immutate”.
“Il nostro paese ha bisogno di una politica lungimirante ed evoluta che sostenga concretamente la ricerca vegetale, per sfruttare il grande potenziale produttivo esistente per le sementi, in funzione anche del processo di armonizzazione e semplificazione della disciplina sementiera europea in corso", ha concluso.
Per comprendere i contributi negli ultimi anni del miglioramento genetico e varietale basta guardare al frumento tenero, la cui resa la resa produttiva è aumentata di 1 q per ettaro ogni 3 anni, oppure osservare le nuove tipologie di pomodoro ciliegino e datterino introdotte sul mercato e le varietà specifiche di orzo per la produzione della birra.
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Fonte: Assosementi