Si è svolto a Lodi, presso il Parco Tecnologico Padano (PTP) l’evento “La qualità sta nel DNA”.
L’incontro, in programma nell’ambito della prima edizione della European Biotech Week (EBW) –  sette giorni, dal 30 settembre al 6 ottobre, per raccontare le biotecnologie nei loro diversi settori di applicazione – è stato organizzato da Assobiotec in collaborazione con il Parco Tecnologico Padano e i Giovani Imprenditori di Federalimentare.

All’incontro sono intervenuti Celmira Susana Sousa (Assobiotec), Annalisa Sassi (Federalimentare), Davide Ederle (PTP), Alessandra Stella (CNR), Luigi Cattivelli (CRA), Raffaele Mazza (AIA), Francesco Strozzi (PTP), Ezequiel Luis Nicolazzi (PTP) e Pamela Abbruscato (PTP).

“La necessità di fornire cibo sicuro e di qualità è la principale esigenza che i consumatori e le autorità chiedono a tutta la filiera agroalimentare, a partire dai produttori agricoli fino all’ultimo passaggio, sulla tavola imbandita in famiglia o al rapido pasto che consumiamo sul luogo di lavoro” ha dichiarato nel corso dei lavori Celmira Susana Sousa, componente del Comitato di Presidenza di Assobiotec. “Le biotecnologie ci consentono di affrontare le nuove sfide che questa esigenza ci pone. Grazie ai nuovi strumenti che l’approfondita conoscenza della biologia molecolare ci mette a disposizione siamo in grado di identificare rapidamente e con certezza la presenza di contaminanti pericolosi, così come di garantire la provenienza e le caratteristiche di una derrata alimentare. Qualità e sicurezza insieme, ma anche nuove frontiere di sviluppo tecnologico, di progresso nella genetica di piante e animali. Nel mondo dove le esigenze alimentari crescono, pensare in questo modo alla sicurezza alimentare, al progresso tecnologico e alla competitività significa, in ultima analisi, voler garantire un’alimentazione adeguata per tutti. Questo significano oggi le biotecnologie, quando parliamo di salute, di cibo buono e abbondante per tutti. L’incontro di oggi vuole fare il punto su questo fondamentale tema e dimostrare che in Italia esistono esempi di eccellenza, che portano vantaggio dei produttori locali, al 'made in Italy' che da lustro al paese, ma che contribuiscono anche ad un più vasto progetto in una prospettiva globale”.

“Quest'anno il Parco Tecnologico Padano – spiega Alessandra Stella, ricercatrice CNR e Coordinatore Scientifico del Parco - ha voluto inserire l'VIII edizione del suo workshop sulla genomica per l'agroalimentare all'interno della Settimana Europea delle Biotecnologie, coinvolgendo anche i Giovani Imprenditori di Federalimentare, con l’obiettivo di far comprendere come la ricerca possa avere un impatto diretto sulla qualità e la sicurezza di ciò che mangiamo. Il Parco ha inoltre sviluppato il marchio DNA Controllato che rappresenta un efficace sistema al servizio di imprese e consumatori per garantire che i prodotti agroalimentari siano ciò che dicono di essere, perché la qualità sta nel loro DNA. Un sistema contro contraffazioni e frodi alimentari, e, nello stesso tempo, un sistema che aiuta le imprese a offrire prodotti sempre migliori”.

"L'industria alimentare del nostro Paese sconta una forte resistenza dei nostri consumatori e dell'operatore pubblico allo sviluppo delle biotecnologie” ha affermato Annalisa Sassi, presidente dei Giovani imprenditori di Federalimentare nel corso dei saluti iniziali. “Il cibo infatti ha una fortissima valenza culturale simbolica, sociale e nutrizionale. D'altra parte la genetica ci consente e ci consentirà moltissime applicazioni: dal campo agricolo ai processi di trasformazione della materia prima fino al consumatore finale e anche l'Italia, in un contesto europeo, deve poter beneficiare di tutti i vantaggi derivanti dall'applicazione tecnologica generata dall'avanzamento delle conoscenze".