L'innovazione è uno dei valori chiave del DNA di New Holland e di CNH Industrial. Durante l'ultima conferenza stampa al centro di ricerca e sviluppo di San Matteo (Mo), CNH Industrial ha annunciato il primo simulatore dinamico dedicato al settore agricolo, ennesimo traguardo del Gruppo a livello globale.
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AgroNotizie® ha raggiunto Carlo Lambro, Brand president di New Holland Agriculture e amministratore delegato di CNH Italia, per un commento su quanto fatto finora dal Gruppo e sul suo futuro.
Carlo Lambro presenta il nuovo Dynamic Simulator nel polo di San Matteo a Modena
(Fonte foto: AgroNotizie)
New Holland verso il futuro a gonfie vele
La situazione internazionale complessa avrà ripercussioni sul mercato delle macchine New Holland in Italia e all’estero?
"Prevediamo che il 2023 sarà ancora un buon anno, il Brand, così come molti dei nostri competitor, ha ordini fino a metà del prossimo anno. Una parte della stagione è assicurata. La guerra in Ucraina e i rincari potranno ancora creare qualche problematica ma il settore agricolo è pienamente in grado di sostenere queste sfide. In più l'Italia, ma anche il resto dell’Europa con piani simili, può beneficiare di incentivi legati al Pnrr proprio per recuperare quelle che possono essere le competitività perse".
Le cifre del mercato sembrano far prevedere una chiusura al disotto dei livelli raggiunti nel 2021. Come si posiziona CNH?
"Non posso dare i dati precisi ma prevediamo di chiudere l’anno bene. Il Brand ha performance differenziate nelle diverse regioni economiche: l'andamento nell'area Emea, e in particolare in Europa, si mantiene sui livelli degli ultimi anni nonostante la crisi Ucraina. Mentre il business agricolo oggi, è molto più forte negli Stati Uniti e in Sud America, dove è legato al prezzo delle commodities (come mais e soia) che sopperiscono il deficit di produzione in Europa".
Quanto è importante l'Italia per il Gruppo?
"Per il Gruppo l’Italia è molto importante. La meccanizzazione che trova le sue radici proprio in Italia, fa la parte del leone nei business di CNH Industrial. Ciò è vero non solo dal punto di vista tecnologico ma anche da quello produttivo: 4 fabbriche sulle 16 europee sono in Italia. In particolare il sito di Modena, a San Matteo, è quello più importante da questo lato dell'oceano tanto dal punto di vista manifacturing, come plant di componenti e driveline ma anche come centro di R&S per lo sviluppo dei trattori di gamma media e dell'elettrificazione".
Il Dynamic Simulator a Modena rivoluzionerà il modo di progettare e sviluppare i trattori, come si tradurrà questo cambiamento per New Holland?
"Il simulatore verrà utilizzato principalmente per accelerare le fasi di progettazione, coinvolgendo i progettisti e gli utenti finali. Non prevediamo che sia in grado di darci soluzioni costruttive diverse da quelle che già abbiamo. Tuttavia, accorciando i tempi di progettazione si potrebbero compensare in parte quelli i ritardi dovuti alla disponibilità di materie prime. Il simulatore permette infatti di operare senza avere un prototipo fisico".
Il simulatore dinamico presente nel centro di ricerca e sviluppo di CNH a Modena
(Fonte foto: AgroNotizie)
È di qualche mese fa la notizia di un finanziamento da parte del Governo (MiSE) a CNH per incentivare la produzione di un veicolo elettrico in Italia, può dirci qualcosa in più? Il simulatore oggi presentato è un primo passo in questa direzione?
"I 7,9 milioni di euro messi a disposizione dal Mise, rientrano in un piano di investimenti per il sito di San Matteo. Il Dynamic Simulator è solo la prima parte di un progetto molto più ampio che punta a realizzare un trattore ibrido elettrico a zero emissioni partendo proprio dal miglioramento della prestazioni del centro modenese.
Stiamo sviluppando un veicolo ibrido che se fosse un normale trattore avrebbe una potenza di 100 -150 cavalli ma, il sistema in fase di sviluppo, permette di aumentarne la potenza anche di 80 cavalli".
Quali i prossimi passi e le tempistiche per lo sviluppo di questo trattore?
"Oggi parliamo ancora di concept. Sul mercato lo potremo vedere probabilmente a partire dal 2025-2026. Dal punto di vista tecnologico in 3-4 anni avremo sicuramente un prodotto completo, come era successo con il trattore a metano. Tuttavia, per arrivare alla sua commercializzazione è necessario capire se e quando il mercato sarà pronto: non solo per il costo del prodotto ma soprattutto per la presenza di infrastrutture per la ricarica".
A proposito di istituzioni: il nuovo Governo si è da poco insediato, quali sono le esigenze del settore della meccanizzazione a cui dovrà dare risposta al più presto?
"Con il nuovo Governo, sia come associazione di costruttori (FederUnacoma) sia come CNH Italia, stiamo già cercando di trasmettere messaggi legati all’importanza della 4.0. Oggi il legislatore deve focalizzare gli investimenti sulla tecnologia 4.0 strumento chiave per il settore.
L'industria si trova ancora in difficoltà nel costruire e fornire in tempo trattori che avrebbero diritto agli incentivi legati a questa tecnologia. Per questo auspichiamo che ci sia un'apertura da parte del Governo a una proroga annuale o almeno semestrale degli incentivi per poter consegnare nel 2023 tutte le macchine che abbiamo in ordine. Dopodiché siamo pronti a discutere anche di un pacchetto di incentivi per il 2024".
In tema novità New Holland ha fin da subito puntato sulla propulsione a metano. Oggi che il metano è realtà, ma il suo prezzo è alle stelle, il progetto ha ancora un futuro?
"Il T6.180 Methane Power, secondo le nostre più recenti analisi, se utilizzato solo con metano fossile non è sicuramente sostenibile: il prezzo del metano ha superato ampiamente quello del gasolio. Tuttavia, se il trattore è alimentato da biometano prodotto all'interno di un biodigestore da scarti, ecco che per l'agricoltore l'uso non è solo vantaggioso ambientalmente ma anche economicamente. Il progetto di economia circolare Energy Indipendent Farm per la produzione di energia all'interno dell'azienda agricola tramite biometano è tuttora sostenibile e perfettamente attuabile.
Il nostro piano, che oggi vede il T6 come macchina di punta, prevede l'introduzione di una nuova trasmisisone DCT (Dynamic Command Transmission, a doppia frizione. Un Power shift che sembra una variazione continua n.d.r.) e, soprattutto, l'estensione del Methane Power sulla Gamma T7.
L'alternative roadmap di New Holland prevede l'alimentazione a biometano dal T6 in su. Per i modelli dal T5 in giù, prevediamo un sistema ibrido o elettrico puro quando si parla di trattori molto piccoli o di specializzati".
Il T6.180 Methane Power di New Holland impegnato nelle operazioni di fienagione
(Fonte foto: New Holland)
Abbiamo parlato di elettrico, abbiamo parlato di metano e l’idrogeno?
"L’idrogeno è sempre nel radar di CNH. Nonostante lo spin off di FPT passata a Iveco Group, continuiamo ad avere un accordo di lunga durata e lo sviluppo delle propulsioni sarà sempre congiunto. FPT sta producendo grandi sviluppi anche sul fronte dell'idrogeno. La nostra road map prevede il naturale passaggio dal biometano all'idrogeno, soprattutto sulle alte potenze. Non parlo del breve termine ma di un futuro lontano almeno 10 anni o poco meno. Tutto a patto che i costi di esercizio e la disponibilità di infrastrutture saranno accettabili".
Eima International è alle porte, quali i sentimenti in casa New Holland per l’evento?
"Ad Eima giochiamo in casa, ci sentiamo pronti e preparati: avremo novità importanti e dai primi feedback ricevuti, sarà sicuramente un evento di successo. Saremo presenti anche al Sima che rappresenta per noi un punto di domanda non solo perché si colloca nello stesso periodo di Eima, ma anche perché cade in un periodo dell'anno completamente diverso da quello a cui ci hanno abituati. Una questione, questa sovrapposizione, che credo andrebbe ripresa a livello di Cema".
Il segmento raccolta ha raggiunto davvero la Supremazia Gialla? Quali saranno i prossimi passi?
"Come New Holland abbiamo rinnovato la nostra Big Baler HD e abbiamo lanciato le nuove Round Baler. Dal punto di vista della fienagione siamo ben posizionati. Siamo tornati i numeri uno in Francia dopo tantissimi anni, siamo i numeri uno in Italia e probabilmente avremo anche la leadership in Europa, ma stiamo aspettando gli ultimi dati. Quindi, ad oggi in quanto a 'Supremazia Gialla' non ci lamentiamo certo e, anzi, prevediamo sviluppi positivi legati al miglioramento delle macchine.
Il prossimo passo lo faremo nel segmento dei trattori dove abbiamo un piano che ci porterà nei prossimi 18-24 mesi a rinnovare, dopo gli specializzati, tutta la gamma dei trattori medi e a crescere sui trattori di alta potenza. Il T7.300 LWB è il primo passo e intendiamo incrementare le potenze della Serie per arrivare a più di 400 cavalli".
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