“Finalmente scompare una norma inutile e vessatoria nei confronti delle imprese appaltatrici – dichiara il presidente di Confai Leonardo Bolis – Viene ristabilito un codice ispirato al buon senso, mentre l’articolo 35 del decreto 223/2006, ora abrogato dal Governo, imponeva assurdi controlli, peraltro di difficile attuazione”.
Confai invita il Governo a proseguire sulla strada della sburocratizzazione. “Oggi la burocrazia rappresenta un freno notevole alla competitività – prosegue Bolis – e ciò si traduce in un aggravio di tempi e di costi, spesso per adempiere a richieste senza alcun risvolto pratico”.
Il provvedimento, secondo Confai, contiene alcuni aspetti interessanti, come la tutela del suolo e gli sgravi per il gasolio delle serre. “Per ridare competitività al settore primario – ricorda Confai – bisogna completare il percorso di inserimento degli imprenditori agromeccanici professionali nel mondo agricolo, assicurando loro l’accesso ai Piani di sviluppo rurale per le misure legate all’innovazione e alla meccanizzazione”.
In questo modo, prevede Confai, si potrebbero attivare, nel periodo 2015-2020, oltre 100 milioni di investimenti supplementari in termini di meccanizzazione, generando conseguentemente circa 5.000 nuovi posti di lavoro nel comparto agromeccanico.
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Fonte: Confai