“Vi sono problematiche che rendono impervio il cammino degli agromeccanici – afferma Bolis – categoria su cui le aziende agricole fanno affidamento per contenere i costi di meccanizzazione e per competere con la flessibilità richiesta dai mercati globalizzati”.
La nota della Confederazione elenca tra i principali nodi da sciogliere la definizione della figura di imprenditore agromeccanico con riferimento al settore primario, la concorrenza sleale operata dagli imprenditori agricoli che svolgono attività connessa, il caro-gasolio, l’accesso alle misure dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dedicate all’innovazione. Quest’ultima misura consentirebbe di contenere il costo dei servizi sia ai contoterzisti che, di riflesso, agli agricoltori.
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Fonte: Confai