Il termine "Ronin" divenne noto al grande pubblico grazie a un film del 1998, con Robert de Niro e Jean Reno, che col Giappone aveva ben poco a che fare. Era in realtà un film di spionaggio dove cinque spie rimaste "free-lance" erano ingaggiate per una missione che rasentava l'impossibile. Ronin, infatti, era il samurai che rimaneva senza un padrone e che veniva quindi assoldato per missioni e lavori che spesso implicavano alti rischi per la sua incolumità.
Per loro fortuna, i Ronin di Goldoni verranno chiamati a missioni forse difficili, ma non mortali. Gli ultimi nati dalle officine carpigiane sono infatti trattori che si candidano per un set d'impieghi che hanno nella multifunzionalità la propria sintesi. I Ronin si prestano infatti alle lavorazioni tra i filari di vigneti e frutteti, ma anche tra serre e vivai, come pure per le varie operazioni di manutenzione professionale delle aree verdi o nelle municipalità.
I Ronin di Goldoni vengono proposti in due modelli, il "Ronin 40" e i "Ronin 50", i quali hanno rispettivamente potenze da 38 e 48 cavalli a 2.800 giri al minuto. I motori sono dei tre cilindri aspirati e raffreddati ad acqua dal volume di 1.649 centimetri cubi nel Ronin 40 e di 2.199 nel Ronin 50.
La trasmissione dei Ronin permette 12 marce avanti e 12 indietro, supportate da un inversore sincronizzato "Fast reverse". La piattaforma integrale è sospesa su ammortizzatori siliconici a viscosità variabile e su richiesta è possibile acquistare anche la cabina “tutto vetro” con aria condizionata, come pure la PTO anteriore, la PDV ventrale e altri accessori con cui personalizzare la configurazione prescelta. Nelle versioni base, l'agricoltore può contare sempre su due sollevatori dalle capacità rispettivamente di 1.600, posteriore, e di 350 chili, anteriore.
Nonostante le dimensioni contenute e l'agilità che mostrano in campo, con 3,1 e 3,2 metri di raggio di volta, i Ronin hanno pesi che vanno comunque dai 1.440 ai 1.475 Kg nei due modelli.