Sono 110 milioni gli euro reintrodotti nel circuito del decreto incentivi dal neoministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, parte dei quali verranno certamente destinati per l'acquisto di macchine agricole. Non è del tutto positiva la reazione di Confai, che tramite il presidente Leonardo Bolis commenta: "Si avvicendano i ministri ma non cambia l'atteggiamento nei confronti di chi effettua la quasi totalità delle operazioni di raccolta in campo e che rappresenta, di fatto, la meccanizzazione agricola più evoluta nel Paese: viene ignorato ed escluso dall'accesso ai contributi". Secondo Bolis, infatti, il decreto incentivi di fatto continua a "marginalizzare le imprese agromeccaniche, escludendole dalla possibilità di accedere alle risorse pubbliche".

In particolare, Confai auspica che venga abolito il limite dei dieci anni di 'anzianità' dei trattori, vincolo che esclude l'accesso dei contoterzisti alla rottamazione, dal momento che non possiedono macchine così obsolete.

Il presidente Bolis ha anche commentato con una battuta le prime notizie sul disegno di legge di stabilità, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, secondo le quali – come anche dichiarato dal ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan – l'agricoltura ne uscirebbe senza fondi disponibili: "Gli imprenditori agromeccanici hanno dimostrato e continuano a dimostrare che anche senza risorse si può sopravvivere, persino anticipando le spese agli agricoltori". Per poi proseguire: "Per l'impresa agromeccanica gli spazi operativi stanno diventando sempre più ristretti mentre si stanno ampliando quelli degli agricoltori, grazie a specifici  provvedimenti legislativi rivolti al settore primario. Pensiamo, ad esempio, al recente decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze, grazie al quale le aziende agricole potranno produrre e vendere direttamente il pane e la birra".

Insomma, se da una parte si aprono nuovi spazi per attività connesse, "continuano a mancare specifiche norme legate ad un riconoscimento giuridico della figura dell'imprenditore agromeccanico. Provvedimenti a costo zero per lo Stato, che potrebbero incrementare alcune opportunità di lavoro per il comparto e favorire il contenimento dei costi dei servizi agricoli, oltre a completare la regolamentazione dell'attività agromeccanica e garantire un maggior accesso ai fondi stanziati dall'Unione europea per l'agricoltura italiana, che rischiano di non essere utilizzati per intero e quindi restituiti a Bruxelles".