L'analisi del comparto agromeccanico, l'individuazione dei punti di forza e le aspettative per l'anno in corso. Il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini, accompagnato dal segretario alla presidenza, Enzo Cattaneo, ha inquadrato il comparto del contoterzismo alla Commissione Agricoltura della Camera.

Due, nello specifico, i dossier di approfondimento consegnati ai deputati componenti la Commissione Agricoltura, tra cui un documento che contiene specifiche proposte attuative per rilanciare un comparto strategico per la filiera produttiva agroalimentare. "Spesso l'agricoltura, a livello di immagine, è rappresentata da mietitrebbiatrici in campo, trattori al lavoro in operazioni di aratura, semina, raccolta – ha citato come esempio Cappellini – e se la percezione è del tutto corretta, non dobbiamo dimenticare che oltre il 98% della raccolta in campo è effettuata da imprese agromeccaniche professionali. L'aspetto assurdo è che i contoterzisti, fondamentali se si vuole continuare ad avere in Italia ogni tipologia di coltura (dai cereali ai foraggi, dall'olio ai vigneti, all'ortofrutta, al biologico) chiedono ed attendono da anni di poter accedere concretamente al mondo agricolo".

Il protrarsi di questa situazione, ha messo in luce Cappellini, "comporta svantaggi sia per le nostre imprese, costrette ad operare in un regime di concorrenza sleale, che per gli agricoltori che utilizzano i nostri servizi, i quali spesso devono farsi carico di tariffe più elevate rispetto a quelle che si potrebbero praticare se ci venisse data la possibilità di contenere i costi delle lavorazioni. A meno che gli agricoltori non si rivolgano a contoterzisti improvvisati o irregolari, operanti con strutture non a norma, anche sul fronte della sicurezza sul lavoro".

Secondo Confai, il percorso legislativo per individuare e normare la figura dell'agromeccanico può avere due alternative: "Attribuirgli la qualifica di imprenditore agricolo professionale (Iap) oppure introdurre nel settore agricolo un nuovo soggetto con la specifica qualifica di agromeccanico professionale. In questo secondo caso si potrebbe integrare la normativa che, con il decreto legislativo 99/2004, ha introdotto la figura innovativa dell'imprenditore agricolo professionale, estendendone la qualifica anche alle società ed attribuendo alle Regioni l'accertamento dei prescritti requisiti".

Importante anche il concetto della prevalenza. Secondo Confai: "Dovrà considerarsi imprenditore agromeccanico colui il quale, in possesso di conoscenze e competenze professionali ai sensi dell'articolo 5 del regolamento (CE) n.1257/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, dedichi all'attività agromeccanica di cui al precedente articolo 5, direttamente o in qualità di socio, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi dall'attività medesima almeno il 50% del proprio reddito globale di lavoro. Le regioni, mediante apposito regolamento, accertano ad ogni effetto il possesso dei requisiti di cui al comma 1".

Non secondaria è l'essenzialità del testo legislativo sottoposto all'attenzione della Commissione, in quanto non sono previste ulteriori specifiche norme per il comparto agromeccanico in materia di professionalità, di sicurezza sul lavoro e di rispetto dell'ambiente, essendo materie già regolamentate.

Confai tende la mano anche agli agromeccanici che non vogliono essere inquadrati nel settore primario essendo data la possibilità per "i lavoratori autonomi di cui al precedente comma 5, che alla data di entrata in vigore sono in possesso della qualifica di artigiano, possono mantenere tale qualifica ed il relativo trattamento previdenziale/contributivo, mediante opzione da esprimere non oltre 90 giorni dalla suddetta data".

Fra le aspettative di Confai, per i prossimi mesi, illustrate alla Commissione Agricoltura, vi sono: l'applicazione ai dipendenti delle imprese agromeccaniche del trattamento previdenziale previsto per i lavoratori del settore agricolo; l'edificabilità in zona agricola per l'attività agromeccanica; la convocazione del Tavolo della meccanizzazione agricola; l'innalzamento a 50 chilometri orari del limite di velocità per le macchine agricole e aumento della massa rimorchiabile a 25 tonnellate al fine di ottimizzare il lavoro e ridurre tempi di trasferimento ed occupazione del sedime stradale; l'azzeramento dell'accisa sul carburante agricolo; l'estensione anche alle imprese agromeccaniche delle semplificazioni che verranno concesse sul Sistri alle aziende agricole; l'inserimento di un rappresentante di Confai in tutti quei tavoli di concertazione dove si trattano problematiche agricole e, in fine, la valutazione del ruolo della categoria sulla tematica della rintracciabilità e sanità degli alimenti.