Si è appena conclusa a Roma la 64a assemblea generale di Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola). Per la prima volta rispetto alle precedenti edizioni, l'edizione romana si è svolta in forma esclusivamente privata.
L’approvazione dei bilanci è stata formalità breve, dando di Unima l'immagine di una struttura in salute nonostante la crisi.
E proprio dal tema della crisi ha preso le mosse l’intervento del presidente Aproniano Tassinari, il quale ha espresso con forza il concetto di rinnovamento come chiave di sopravvivenza e sviluppo. Un concetto pienamente condiviso dalla platea: affinché le imprese agromeccaniche riescano a rimanere competitive appare fondamentalmente la capacità di rinnovarsi, prestandosi a un'evoluzione continua del modo stesso di concepire il proprio lavoro, inquadrandolo in un’ottica sempre più industriale e acquisendo una prospettiva che le mantenga sempre all’avanguardia e in grado di leggere il mercato, anticipandone in tal modo i cambiamenti.
Gli agromeccanici devono dunque continuare a rappresentare “il nuovo”, sfruttando al meglio ogni sviluppo tecnologico che possa contribuire a salvaguardare i ridottissimi margini di guadagno concessi oggi dalla differenza tra tariffe di lavorazione sostanzialmente bloccate e costi produttivi in continua ascesa.
Nell’ambito dei risultati del comparto nello scorso anno, il dato più apprezzato dagli associati è stato senza dubbio quello degli infortuni sul lavoro. Il comparto rappresenta in questa infelice statistica una rara e virtuosa eccezione rispetto al contesto agricolo generale. In base ai dati Inail, tra le imprese agromeccaniche gli incidenti sul lavoro sono passati dai 511 del 2006 ai 348 del 2007 e, infine, ai 306 del 2008, anno in cui la percentuale di decessi si è azzerata.
Considerando che in media i contoterzisti effettuano tra il 70 e l’80% delle lavorazioni agricole meccanizzate e rapportando i dati del settore con quelli relativi al comparto agricolo negli stessi anni, gli incidenti sul lavoro degli agromeccanici sono stati lo 0,81% nel 2006, lo 0,60% nel 2007 e lo 0,57% nel 2008.
Condivisi poi con la platea anche i risultati delle azioni di Unima sui tavoli politici nazionali: dopo il successo ottenuto con l’inserimento delle macchine agricole nella cosiddetta “Tremonti Ter”, è stata rimarcata la delusione per l’ultimo decreto incentivi il quale, applaudito al suo annuncio, si è invece rivelato una vera e propria beffa per l'intero comparto.
Per quanto riguarda il prossimo futuro, l’assemblea si è espressa in maniera unanime sulla volontà di perseguire con determinazione nello sviluppo associativo e nell’affrontare temi in cui Unima è già impegnata, come la riforma del Codice della Strada, il rilancio di accordi di collaborazione con privati e pubbliche istituzioni, nonché l’apertura a nuovi linee di azione come la collaborazione a progetti europei, confermando come priorità di Unima quella di giungere a ottenere una vera e propria regolamentazione dell’attività agromeccanica confrontabile a quelle già esistenti nella maggior parte dei paesi europei.
Roma, l'assemblea generale di Unima
"In questi giorni stiamo presentando le nostre proposte, - ha dichiarato Tassinari - che saranno discusse ed esaminate nelle sedi parlamentari competenti e che, riteniamo, possano rappresentare un passo fondamentale per il riconoscimento della nostra identità di imprese specializzate nel settore dei servizi meccanici, a disposizione delle imprese agricole e industriali sia nel settore privato che in quello pubblico".
Il tema dell'inquadramento di categoria resta infatti ancora aperto e soggetto a correnti di pensiero contrastanti e fonti di continuo dibattito. "Obiettivo ultimo della proposta - prosegue Tassinari - è infatti quello di combinare, una qualificazione professionale di addetti e imprese volta a garantire maggiore sicurezza e tutela dei lavoratori, con una certificazione per le imprese agromeccaniche in possesso di tali requisiti, al fine di assicurare tracciabilità e garanzia dei servizi resi agli imprenditori agricoli o agli enti pubblici, nonché rappresentare un efficace freno alla concorrenza sleale".
Uno dei temi caldi del terzismo è infatti quello della concorrenza operata da realtà aziendali di tipo agricolo che si prestano anche per lavorazioni conto terzi pur non appartenendo alla categoria degli agromeccanici. Ciò da sempre genera sperequazioni sui mercati e obbliga il comparto a operare in un clima di concorrenza ad armi impari. "Una strada, quella della qualificazione professionale, che ha dalla sua la lungimiranza di un investimento in 'trasparenza' e 'professionalità' che identifichi e valorizzi il ruolo dell’agromeccanico rispetto al comparto agricolo ma anche ai consumatori tutti", conclude Tassinari.
Per raggiungere questo obiettivo, Unima continuerà a operare a livello nazionale, ma intende seguire anche il “sentiero” dell’Europa, dando seguito al programma ideato a Verona in occasione della prima giornata europea dei contoterzisti e recentemente formalizzato a Berlino in occasione dell’ultima riunione della Ceetar.
In quest’ultima occasione è stata concordata infatti una forte azione comune la quale, prendendo le mosse dalla proposta italiana divenuta poi il testo base della discussione, si focalizzi su una comune legge di qualificazione che consenta di giungere, entro la fine del 2010, a un testo adeguatamente sostenuto in sede parlamentare.
Poiché il ruolo degli agromeccanici su palcoscenici diversi da quelli dell’agricoltura tradizionale, come quelli della produzione energetica, della gestione dei reflui o nella tracciabilità, sembra divenire sempre più cruciale, Unima ha rinnovato e rilanciato il proprio rapporto con Enama per sviluppare il “Programma nel settore delle fonti energetiche rinnovabili da biomasse” con il fine di fornire un’ampia gamma di strumenti tecnici, scientifici, normativi e finanziari per indirizzare gli stakeholder del comparto agricolo verso l’attivazione delle filiere agro-energetiche più virtuose, promuovere scelte programmatiche per lo sviluppo del settore delle agroenergie in Italia.