Colano a picco le giacenze di olio extravergine di oliva in Italia, ma migliorano di 20mila tonnellate le previsioni sulla produzione di oli da pressione, mentre restano stabili le previsioni della produzione spagnola. In questo quadro, si registrano cali dei prezzi all'origine dell'olio Evo rilevati da Ismea per la seconda settimana consecutiva, mentre in Borsa Merci Bari ieri si rileva stabilità per l'Evo di alta qualità. Invece Borsa Merci Milano registra un calo degli extravergini, sia di produzione nazionale che estera comunitaria.

 

Giacenze in Italia al 30 settembre -36,3% su anno

In Italia le giacenze di Evo continuano a diminuire vertiginosamente: secondo Frantoio Italia - report numero 9 del 2023 - al 30 settembre erano appena 105.291 tonnellate, contro le 165.299 tonnellate di un anno fa (-36,3%). L'olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese scorso è pari ad appena 38.681 tonnellate, tanto che Frantoio Italia avverte: "Nell'ambito dell'Evo è da segnalare il dato della quantità di prodotto di origine italiana che con 38.681 tonnellate risulta inferiore del 55,6% rispetto al 30 settembre 2022" quando le giacenze di Evo di produzione nazionale erano attestate a 87,183 tonnellate.

 

I prezzi in breve

Alla Borsa Merci di Bari, ieri, 17 ottobre 2023, l'olio extravergine di oliva di prima qualità, con acidità inferiore allo 0,4% titolata in acido oleico, è stato quotato 8,80 euro al chilogrammo sui minimi e 8,90 euro sui massimi, stabile sulla seduta del 10 ottobre scorso, quando invece si era verificato un calo di 0,50 euro sui minimi e di 0,60 euro sui massimi rispetto alla seduta del 3 ottobre scorso, quando stazionava ancora su una forchetta senza precedenti: 9,30-9,50.

 

Alla Borsa Merci di Milano, sempre ieri, 17 ottobre 2023, l'olio extravergine di oliva italiano ha registrato un calo di 0,20 euro al chilogrammo sulla precedente seduta del 10 ottobre scorso, scendendo a 9,0 euro al chilo sui minimi ed a 9,30 sui massimi.

Alla Borsa Merci di Milano si rileva in calo di 0,10 euro al chilogrammo l'olio extravergine di oliva di importazione comunitario sulla seduta precedente che è così sceso a 8,50 euro sui minimi ed a 8,80 euro sui massimi.

 

I prezzi all'origine nell'ultima settimana sono nuovamente diminuiti. Secondo Ismea, il prezzo medio dell'olio d'oliva extravergine alla seconda settimana di ottobre 2023 si è attestato a 8,78 euro al chilogrammo, in flessione di 0,24 euro sui 9,02 euro registrati nella prima settimana di ottobre. Si tratta del secondo calo consecutivo del prezzo medio dell'olio evo dalla fine di settembre. Il valore in esame torna così su livelli vicini a quelli registrati nella quarta settimana di luglio 2023, quando aveva toccato 8,79 euro al chilogrammo.

 

grafico prezzi medi settimanali dell'olio extravergine di oliva - Fonte Ismea
 (Fonte: Ismea)
 

I prezzi per piazza, come evidenziato dalla tabella sottostante, certificano l'inizio di significativi cedimenti del prezzo dell'olio Evo all'origine in Italia, evidenziando i primi importanti cali a Bari e sulle principali piazze di Puglia, mentre gli oli Dop in larga prevalenza restano stabili.

 

Prezzi medi per piazza dell'olio extravergine di oliva

(Fonte: Ismea)

 

Con il trascorrere delle settimane, come di consueto, tenderà sempre più a prevalere la svalutazione dell'olio vecchio, ancora sul mercato, in attesa che quello nuovo arrivi pronto per la commercializzazione.

 

La Spagna prevede +15,3%, ma sul 2022

In Spagna la produzione di olio d'oliva sarà pari a 765.362 tonnellate nella campagna 2023-2024, almeno è tale la previsione ufficiale del Ministero dell'Agricoltura di Spagna. Questo significa che nella campagna in corso, iniziata il 1° ottobre scorso, la produzione olivicolo olearia del Paese iberico dovrebbe attestarsi al 15,3% in più rispetto al basso raccolto della stagione precedente (664.033 tonnellate) e il 34,3% al di sotto della media degli ultimi quattro anni.


Nella campagna, 2023-2024, si stimano anche scorte iniziali per 257mila tonnellate, inferiori rispettivamente del 43% e del 52% rispetto alle scorte iniziali della campagna precedente e delle ultime quattro campagne.


Italia, previsioni +20% sul 2022

In Italia la produzione attesa complessiva - secondo le più recenti stime Unaprol - dovrebbe attestarsi intorno alle 290mila tonnellate di olio di oliva, vale a dire qualcosa come il 20,3% in più delle 241mila tonnellate ottenute nella campagna 2022-2023.

 

Nonostante questo, la previsione produttiva di questo anno si prospetta inferiore dal 33% al Nord e con cali molto consistenti in molte zone del Sud anche se in Puglia le province di Bari e Barletta Andria Trani sono attese ad un raccolto superiore alla media anche dell'80%, in grado di aggiungere oltre 20mila tonnellate di olio alla precedente previsione di Unaprol, attestata a non più di 270mila tonnellate.

 

Ulteriore dato positivo: la produzione prevista da 290mila tonnellate per il 2023-2024 sarebbe superiore al dato medio del quadriennio 2018-2021, pari a 286mila tonnellate. Resterebbe invece ovviamente lontano il dato del 2021, attestato a 321mila tonnellate.

 

Il dato produttivo previsto da 290mila tonnellate è spiegato dal fatto che i danni riportati dagli oliveti in Puglia durante il periodo tardo primaverile per le intense piogge e le grandinate, e per le successive ondate di caldo è di molto inferiore alle attese.