In Italia i prezzi dell'olio di oliva extravergine iniziano a calare, anche se di poco, per l'ormai imminente arrivo sul mercato dell'olio nuovo. In tal senso il segnale è stato dato ieri dalla Borsa Merci di Bari e dal prezzo medio nazionale rilevato da Ismea, che sulla prima settimana di ottobre registra per la prima volta il segno meno dopo mesi di corsa al rialzo.

 

Ad allentare il clima di attesa sull'esito della prossima campagna commerciale arrivano le previsioni ufficiali del Governo di Spagna sulla campagna olivicolo olearia 2023-2024: secondo il Ministero per l'Agricoltura sarà prodotto complessivamente un quantitativo di olio d'oliva da 765.362 tonnellate, qualcosa in più del quantitativo stimato Juan Vilar, consulente del Consiglio Oleicolo Internazionale (attestato in una forchetta tra 700mila e 750mila tonnellate) ed il 15,3% in più della produzione dell'annata 2022-2023, e che comunque resta un dato del 34,3% inferiore alla media degli ultimi quattro anni. In Italia del resto trovano conferma tra numerosi operatori le stime di Unaprol, secondo le quali la produzione complessiva di olio dovrebbero attestarsi intorno alle 270mila tonnellate rispetto alle 241mila dello scorso anno (+12%).

 

I prezzi in breve

Alla Borsa Merci di Bari, ieri, 10 ottobre 2023, l'olio extravergine di oliva di prima qualità, con acidità inferiore allo 0,4% titolata in acido oleico, è stato quotato 8,80 euro al chilogrammo sui minimi e 8,90 euro sui massimi, in calo di 0,50 euro sui minimi e di 0,60 euro sui massimi rispetto alla seduta del 3 ottobre scorso, quando stazionava ancora su una forchetta senza precedenti: 9,30-9,50.


Alla Borsa Merci di Milano, sempre ieri, 10 ottobre 2023, l'olio extravergine di oliva italiano ha confermato i 9,20 euro al chilogrammo sui minimi e 9,50 euro sui massimi della precedente seduta del 3 ottobre scorso.


Alla Borsa Merci di Milano si rileva stabile sulla precedente seduta anche l'olio extravergine di oliva di importazione comunitario, attestato ad 8,80 euro al chilo sui minimi ed 8,90 sui massimi.

 

I prezzi all'origine nell'ultima settimana sono lievemente diminuiti. Secondo Ismea, il prezzo medio dell'olio d'oliva extravergine alla prima settimana di ottobre 2023 si è attestato a 9,02 euro al chilogrammo in flessione di 0,11 euro sui 9,13, euro al chilogrammo registrati tra la seconda e la quarta settimana di settembre. Tale valore resta in crescita di 0,23 euro al chilo sulla quarta settimana di luglio 2023: +2,6%.

 

Tabella dei prezzi medi settimanali dell'olio extravergine di oliva(Fonte Ismea)
 

I prezzi per piazza, come evidenziato dalla tabella sottostante, certificano la fine dei rialzi generalizzati dell'olio Evo all'origine in Italia, evidenziando il primo importante calo a Foggia, ma resistono fiammate con il segno più per alcune Dop.

         

Prezzi medi per piazza dell'olio extravergine di oliva

(Fonte: Ismea)
 

Con il trascorrere delle settimane, come di consueto, tenderà sempre più a prevalere la svalutazione dell'olio vecchio, ancora sul mercato, in attesa che il nuovo arrivi pronto per la commercializzazione.


Spagna prevede +15,3%, ma sul 2022

In Spagna la produzione di olio d'oliva sarà pari a 765.362 tonnellate nella campagna 2023-2024, almeno è tale la previsione ufficiale del Ministero dell'Agricoltura di Spagna. Questo significa che nella campagna in corso, iniziata il 1° ottobre scorso, la produzione olivicolo olearia del Paese iberico dovrebbe attestarsi al 15,3% in più rispetto al basso raccolto della stagione precedente (664.033 tonnellate) e il 34,3% al di sotto della media degli ultimi quattro anni.

 

Nella campagna, 2023-2024, si stimano anche scorte iniziali per 257mila tonnellate, inferiori rispettivamente del 43% e del 52% rispetto alle scorte iniziali della campagna precedente e delle ultime quattro campagne.

 

Italia, previsioni +12% sul 2022

In Italia la produzione attesa complessiva - secondo stime Unaprol che trovano conferme tra gli operatori - non dovrebbe superare le 270mila tonnellate di olio di oliva, vale a dire qualcosa come il 12% in più delle 241mila tonnellate ottenute nella campagna 2022-2023. Nonostante questo, la previsione produttiva di questo anno si prospetta inferiore dal 30 al 50%, a seconda delle zone, rispetto ad un'annata di carica. Il dato positivo è che questa produzione prevista per il 2023-2024 sarebbe abbastanza vicina al dato medio del quadriennio 2018-2021 e pari a 286mila tonnellate. Resterebbe invece ovviamente lontano il dato del 2021, attestato a 321mila tonnellate.

 

Il dato produttivo previsto da 270mila tonnellate è spiegato dal fatto che si vanno concretizzando i danni riportati dagli oliveti durante il periodo tardo primaverile per le intense piogge e le grandinate, e per le successive ondate di caldo. Per l'Italia mancano stime sulle scorte, atteso che non sono stati diffusi dati aggiornati di Frantoio Italia.