In Abruzzo è partito un progetto pilota per velocizzare i risarcimenti per i danni causati dagli animali selvatici alle coltivazioni e agli animali da allevamento.

 

Il progetto, che ha come obiettivo quello di rendere più efficiente l'iter di valutazione dei danni, per il momento partirà solo per le aziende agricole della provincia di Chieti.

 

Il problema dei danni causati dalla presenza di animali selvatici come cinghiali, caprioli e cervi, è particolarmente sentito in Abruzzo, come anche in molte altre parti di Italia.

 

L'impatto della fauna selvatica, infatti, ha effetti anche gravi sulle coltivazioni, gli allevamenti, le infrastrutture aziendali e anche sulla sicurezza stradale, a causa degli incidenti dovuti all'attraversamento di questi animali.

 

L'amministrazione regionale abruzzese, per cercare di far fronte alla situazione, ha da tempo attivato la caccia di selezione e i piani di controllo per il contenimento della fauna e ha messo in atto un sistema per indennizzare i danni.

 

E il nuovo progetto varato in questi giorni cercherà di velocizzare le pratiche per richiedere gli indennizzi.

 

Nel dettaglio, qualora ci sia un danno che venga stimato a più di 2mila euro, l'azienda danneggiata dovrà provvedere a inserire una perizia asseverata, rilasciata da un professionista abilitato, sul sistema informatico Artemide messo a punto dalla Regione.

 

In questo modo non sarà necessario il sopralluogo dei tecnici regionali, permettendo un significativo risparmio di tempo da parte delle aziende sia per presentare le domande di indennizzo, sia per ripristinare il danno e ritornare operative nel più breve tempo possibile.

 

Un progetto che va nella direzione della semplificazione burocratica e dello snellimento degli iter amministrativi, che costituiscono un aggravio non indifferente al lavoro e alla attività delle aziende agricole.

 

Questa nuova modalità sarà sperimentata nella provincia di Chieti, come detto, in un periodo che va dal 1° agosto 2022 al 31 dicembre 2023

 

La Regione poi valuterà se questa modalità sperimentale sia efficace o meno, per poi decidere se estenderla a tutto il territorio abruzzese nei prossimi anni.